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Pericoli del BAGNO DOPO MANGIATO: un mito da sfatare!

  • Immagine del redattore: Davide Gaeta
    Davide Gaeta
  • 14 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 25 mar

Secondo il credo popolare, qualora un soggetto dovesse immergersi in acqua mentre è in corso la digestione di un pasto appena consumato, il sistema circolatorio non sarebbe in grado di rispondere agli stimoli dati dall'ambiente acquatico e ne conseguirebbe un blocco della funzione digestiva che causerebbe un annegamento.

Basta credere a queste sciocchezze! È ora di sfatare questi falsi miti una volta e per sempre!
 

Qual è la falsa credenza?

La spiegazione popolare è che, siccome la digestione richiede un aumento del flusso sanguigno verso lo stomaco e l’intestino, se si entra in acqua subito dopo aver mangiato i riflessi attivati dall'ambiente acquatico possono causare una deviazione improvvisa del sangue, portando a una congestione, crampi e perdita di conoscenza.


In Italia le fantomatiche teorie in merito alla prevenzione più diffuse sono queste:

  • "devi aspettare tre ore prima di entrare in acqua dopo un pasto";

  • "solo se il pasto è leggero, puoi ridurre il tempo di attesa";

  • "se mangi in acqua oppure entri subito dopo il pasto anticipi la digestione ed eviti il problema".


Si tratta di indicazioni assurde, senza alcun fondamento medico-scientifico!


C'è da dire però che queste credenze non sono un'esclusiva italiana, infatti anche all'estero si possono sentire dicerie simili.

In diversi Paesi neolatini si consiglia di aspettare qualche ora prima di entrare in acqua per evitare la "corte de digestión" (blocco della digestione), che potrebbe causare perdita di conoscenza e annegamento.

Questa idea è meno diffusa nei Paesi anglossassoni, dove ci si limita a pensare che nuotare subito dopo aver mangiato possa causare crampi muscolari per via della digestione che sottrae sangue ai muscoli.

Credenze simili sono presenti anche nei Paesi asiatici, dove in alcuni addirittura si crede che lo stesso bagno caldo tradizionale possa alterare i processi digestivi.

 

Qual è la verità scientifica?


Partiamo dal presupposto che viene fatto un uso improprio della parola "congestione", infatti con questo termine in medicina si intende un eccessivo accumulo di sangue o altri fluidi in un organo o in una parte del corpo (ad esempio la "congestione nasale" nominata quando si è un po' raffreddati).


È vero che durante la fase digestiva il sangue convoglia verso lo stomaco e l'intestino (fenomeno fisiologico detto "iperemia splancnica") al fine di favorire la digestione e l'assorbimento dei nutrienti. Non è vero invece che in tali condizioni il corpo non sia in grado di adattarsi all'ambiente acquatico.


Molto più diffusa tra gli addetti ai lavori è la definizione di "sindrome da idrocuzione".

Per "idrocuzione" si intende una sincope secondaria ad immersione rapida in acqua, specialmente fredda. Secondo ciò, quando ci si tuffa velocemente in acqua, soprattutto di testa e soprattutto in acqua fredda, è possibile che ci sia un'attivazione esagerata del diving reflex (riflesso d'immersione), quale potrebbe portare a uno svenimento. Fattori che concorrono a questa evenienza sono condizioni psico-fisiche non ottimali, corpo accaldato e debilitato prima dell'ingresso in acqua, e anche la digestione in corso di pasti pesanti.


Una teoria riportata in studi più recenti è quella del conflitto autonomico  ossia l'attivazione simultanea durante l'immersione in acqua fredda del sistema nervoso parasimpatico (dovuta al riflesso d'immersione), con conseguente bradicardia e vasocostrizione periferica, e del sistema nervoso simpatico (dovuta all'ipotermia) quale induce tachicardia ed iperventilazione. L'attivazione simultanea di entrambe le componenti può portare ad aritmie.


Tuttavia è bene precisare che quando si parla di "shock termico" si fa riferimento a temperature dell'acqua davvero molto basse (sotto i 15°C!).


Una cosa vera è che mangiare tanto e andare subito a fare un'intensa nuotata può creare dei disagi, ma questo non dipende dall'ambiente acquatico, dipende dallo sforzo! Anche prestazioni fisiche "a secco", come nella corsa, se svolte a determinate intensità dopo aver consumato pasti abbondanti possono causare il cosiddetto ETAP (Exercise-Related Transient Abdominal Pain), un dolore addominale transitorio confuso con la cosiddetta "congestione digestiva".


Preme nuovamente precisare che i fattori che portano all'annegamento sono ben altri, e le statistiche sugli annegamenti sono chiare!

 

Take-Home-Message

Non esiste nessun pericolo nel fare il bagno dopo mangiato. Il consiglio è quello di entrare in acqua gradualmente, di evitare sforzi fisici (anche a secco) dopo pasti abbondanti, ma soprattutto di vivere l'ambiente acquatico nel rispetto delle proprie condizioni psico-fisiche e delle norme di sicurezza in merito all'attività balneare, sportiva o turistico-ricreativa in acqua.

 

Se hai dei dubbi su quanto è stato scritto in questo articolo o semplicemente vuoi approfondire l'argomento clicca su questo link e leggi questa pubblicazione:






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