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L'annegamento nelle LINEE GUIDA ERC-ILCOR 2025

  • Immagine del redattore: Davide Gaeta
    Davide Gaeta
  • 4 giorni fa
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 1 giorno fa

È stata da poco pubblicata l'edizione 2025 delle raccomandazioni ILCOR e rispettive linee guida ERC inerenti al soccorso sanitario ai vari livelli. Per quanto riguarda gli interventi effettuati da personale laico, tecnico e non sanitario, non sono stati adottati cambiamenti rilevanti rispetto alla precedente edizione del 2021.  In questo articolo elenco alcuni degli aspetti che ho trovato più interessanti e trascrivo quanto viene indicato nello specifico per l’annegamento.

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La nuova catena della sopravvivenza, pur mantenendo i concetti delle edizioni precedenti, ha modificato il contenuto degli anelli. L’immagine valorizza il fatto che un soccorso diventa efficace soltanto se tutte le “maglie” della catena funzionano:

  • la prevenzione e l’attivazione dei soccorsi;

  • l’intervento da parte dei primi soccorritori (first responder) presenti sul posto;

  • il soccorso da parte del personale sanitario e il ricovero ospedaliero;

  • il recupero della qualità di vita del sopravvissuto all’evento.


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L’algoritmo per il soccorso da parte di personale non sanitario resta indicativamente quello di sempre: viene sintetizzato in tre passaggi molto intuitivi e poco dispersivi: “check-call-CPR&AED”, che in italiano si può tradurre con “controlla, chiama, comprimi il torace e usa il defibrillatore”.

  • Controlla che la scena sia sicura e valuta lo stato di coscienza del soggetto.

  • Attiva i soccorsi e procurati un defibrillatore (DAE).

  • In assenza di respiro, inizia la rianimazione e segui le istruzioni del DAE.

Annegamento

Rispetto alle evidenze scientifiche sull'annegamento  già analizzate negli ultimi anni, non sono emerse grosse novità.

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  • I soccorritori devono dare priorità alla propria sicurezza, allertare il personale predisposto all’intervento tecnico e intervenire soltanto entro i limiti delle proprie competenze e attrezzature.

  • In presenza di incidenti traumatici non bisogna ritardare, con manovre di immobilizzazione, la rimozione dall’acqua della vittima qualora questa richieda una valutazione dei parametri vitali o una rianimazione cardiopolmonare.

  • Si raccomanda di iniziare la rianimazione con 5 ventilazioni iniziali, somministrando ossigeno ad alti flussi. Quando è necessaria una pressione inspiratoria elevata, aumentare gradualmente la pressione di ventilazione per evitare l’insufflazione dello stomaco; in ogni caso, per gli operatori abilitati è bene utilizzare dispositivi che permettano la protezione delle vie aeree.

  • Considerare la probabile necessità di attuare procedure per il contrasto all’ipotermia.


È stato dimostrato che, oltre a mantenere la testa del soggetto fuori dall’acqua, una ventilazione precoce migliora la prognosi nei casi di annegamento, al punto che l’indicazione sarebbe quella di iniziare le ventilazioni, laddove possibile, già in acqua o la rianimazione a bordo di un natante. Naturalmente, questa indicazione incontra limiti importanti (condizioni ambientali, attrezzature necessarie, preparazione fisica e tecnica); pertanto, nella maggior parte dei casi diventa preferibile velocizzare l’estrazione dall’acqua e intraprendere il soccorso sanitario a “secco”.

Trauma in acqua

Le lesioni spinali sono rare negli episodi di annegamento. La stabilizzazione spinale non deve ritardare la valutazione dei parametri vitali o la rianimazione. Se la rianimazione non è necessaria e sono presenti chiari segni di una lesione cervicale, si raccomanda che almeno tre persone eseguano la restrizione motoria spinale durante l’estrazione dall’acqua, preferibilmente con almeno una persona specificamente addestrata nella procedura.


Se le persone necessarie non sono disponibili, l’estrazione non deve essere ulteriormente rinviata. In ogni situazione di lesione spinale in acqua, i servizi medici di emergenza devono essere allertati immediatamente.


Una volta fuori dall’acqua, ridurre al minimo i movimenti del collo se la persona è sveglia e vigile, e incoraggiarla a mantenere autonomamente il collo in una posizione comoda e stabile. Non forzare mai una persona non collaborativa ad assumere una determinata posizione, poiché ciò potrebbe aggravare un infortunio.


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Revisioni sistematiche di numerosi studi scientifici suggeriscono che gli operatori di primo soccorso non dovrebbero utilizzare i collari cervicali perché, sebbene riducano l’ampiezza del movimento cervicale, possono compromettere la respirazione e la deglutizione, oltre a contribuire ad un aumento della pressione intracranica. Questa raccomandazione tuttavia non dovrebbe impedire agli operatori di primo soccorso qualificati (come i lifeguard) di utilizzare dispositivi di restrizione del movimento spinale laddove necessario.


La stabilizzazione manuale può essere applicata mediante tecniche di compressione della testa o del trapezio per limitare il movimento della colonna cervicale (MILS: manual-in-line-stabilization).

Utilizzo del defibrillatore

Nel testo vengono in primis richiamate la definizione di "annegamento" e la fisiopatologia, e viene fatto riferimento ai report pubblicati dall'OMS sull'argomento e alle cause di tali questi episodi.

Nella maggior parte dei casi fatali, la vittima non raggiunge l’ospedale poiché il salvataggio avviene spesso troppo tardi per un intervento sanitario.


Viene chiarito come, in ambito del contesto acquatico, possano essere dovute al fenomeno del "conflitto autonomico" le aritmie che si manifestano in alcuni soggetti che si tuffano in acque fredde. Allo stesso tempo, viene evidenziato che i tempi di sopravvivenza di una vittima in acque gelide si allungano, poiché si attenua il danno neurologico.


Nell’annegamento, un ritmo iniziale defibrillabile è presente in meno del 10 % dei casi a causa della risposta cardiaca all’ipossia. Sebbene le vittime rimosse dall’acqua possano essere in arresto cardiaco per cause cardiache (ad esempio aritmie causate da conflitto autonomico) o per malattie cardiovascolari, la RCP non deve essere ritardata dall'applicazione del DAE, nel senso che non servono troppe precauzioni per il fatto che il soggetto è bagnato: si richiede soltanto di asciugare rapidamente il torace nei punti di applicazione delle piastre (non è necessario che tutta la persona sia asciutta).

Fonte: Guidelines on Cardiopulmonary Resuscitation, European Resuscitation Council https://www.erc.edu/science-research/guidelines/guidelines-2025/guidelines-2025-english/



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