I dati sugli ANNEGAMENTI NEL MONDO nei report dell'OMS
- Davide Gaeta
- 5 giorni fa
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Aggiornamento: 2 giorni fa
L'annegamento è una delle principali cause di morte evitabili nel mondo, con gravi conseguenze per le persone e le comunità. I report dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in inglese World Health Organization (WHO), forniscono dati cruciali per comprendere l'entità del fenomeno e per sviluppare strategie di prevenzione. In questo articolo, esploreremo come l'OMS raccoglie e utilizza i dati sugli annegamenti, offrendo raccomandazioni per ridurre i rischi a livello globale.

Global Report on Drowning: Preventing a Leading Killer (2014)

Questo è il primo rapporto globale dell'OMS sull'annegamento, quale evidenzia come oltre 300.000 persone muoiano ogni anno per annegamento, con oltre il 90% dei decessi nei paesi a basso e medio reddito.
Si tratta di un problema globale, ma spesso trascurato, tanto che non è incluso nei principali piani di salute pubblica o nei dibattiti su sicurezza e prevenzione degli incidenti.
L’annegamento risulta particolarmente letale tra i bambini e i giovani: per la fascia d’età tra 1 e 24 anni, è infatti tra le prime dieci cause di morte in ogni parte del mondo. Eppure, il dato è sottostimato, poiché la raccolta dei dati nei vari Paesi non è sempre efficace ed è soprattutto poco standardizzata la modalità di categorizzazione di questi incidenti.

Il report sottolinea come siano molteplici i fattori che aumentano il rischio di annegamento. L’età è uno degli elementi determinanti: i bambini sotto i cinque anni sono i più vulnerabili. Anche il genere incide, con i maschi esposti a rischi maggiori a causa di comportamenti più avventati o legati al lavoro in acqua. Le condizioni geografiche, come la vicinanza a fiumi, laghi o stagni, in assenza di adeguate barriere o strutture protettive, costituiscono un ulteriore pericolo. In molte comunità rurali, la mancanza di supervisione degli adulti e l’assenza di infrastrutture sicure, come centri per l’infanzia, accresce notevolmente l’esposizione al rischio.

Il documento propone una serie di interventi basati su evidenze scientifiche per ridurre l’incidenza degli annegamenti. Tra questi, la costruzione di barriere per limitare l’accesso all’acqua, la creazione di spazi sicuri per i bambini, la promozione dell’insegnamento delle abilità natatorie e della sicurezza in acqua nelle scuole, la formazione di soccorritori locali con competenze in rianimazione cardiopolmonare, l’introduzione di normative sulla sicurezza per il trasporto nautico e infine una migliore gestione del rischio legato a inondazioni e catastrofi naturali.

A queste misure concrete si affiancano alcune azioni strategiche, che l’OMS considera fondamentali per costruire un approccio sostenibile alla prevenzione. Si parla, ad esempio, di rafforzare il coordinamento tra i vari settori coinvolti (salute, istruzione, infrastrutture, protezione civile) ed elaborare piani nazionali specifici. Una maggiore raccolta e analisi dei dati epidemiologici è inoltre considerata essenziale per monitorare l’efficacia degli interventi e pianificare in modo mirato le risorse. L’OMS insiste infine sulla necessità di investire nella ricerca, con studi che valutino costi, impatti e replicabilità delle strategie adottate nei diversi contesti.
Particolarmente interessante è la sezione del rapporto che include casi studio da paesi come Bangladesh, Filippine, Sudafrica e Vietnam. Questi esempi concreti dimostrano come, con interventi a basso costo ma ben strutturati, sia possibile salvare migliaia di vite. L’esperienza del Bangladesh, ad esempio, ha mostrato che la creazione di centri comunitari per l’infanzia e l’introduzione di programmi di educazione al nuoto possono ridurre drasticamente il tasso di annegamento nei bambini.

In conclusione, il rapporto del 2014 lancia un appello deciso ai governi, alle organizzazioni della società civile e ai donatori internazionali affinché riconoscano l’annegamento come una priorità di salute pubblica. Con azioni coordinate e interventi mirati, l’OMS afferma con forza che questa causa di morte può essere significativamente ridotta, contribuendo a salvare centinaia di migliaia di vite ogni anno.
Global Status Report on Drowning Prevention (2024)

Pubblicato nel dicembre 2024, questo rapporto mostra che il tasso di mortalità per annegamento è diminuito del 38% tra il 2000 e il 2021. Tuttavia, l'annegamento rimane un grave problema di salute pubblica, con oltre 300.000 decessi nel 2021, colpendo principalmente bambini e giovani nei paesi a basso e medio reddito.
Il 92% degli annegamenti si verifica nei paesi a basso e medio reddito, con un tasso di annegamento 3,2 volte superiore nei paesi a basso reddito rispetto ai paesi ad alto reddito
Sebbene il tasso globale di mortalità per annegamento sia diminuito, passando da 6,1 a 3,8 morti ogni 100.000 abitanti, la distribuzione di questi progressi è stata disomogenea. Ad esempio, la Regione Europea dell'OMS ha registrato una riduzione del 68%, mentre la Regione Africana ha visto solo un calo del 3%, mantenendo il tasso più alto con 5,6 morti ogni 100.000 persone.

Nei paesi a basso e medio reddito i bambini e i giovani sono le vittime principali. Globalmente, l'annegamento rappresenta la quarta causa di morte accidentale per i bambini tra 1 e 4 anni e la terza per quelli tra 5 e 14 anni. Nei paesi ad alto reddito invece il fenomeno si distribuisce in tutte le fasce d'età.

Le regioni del Pacifico Occidentale e del Sud-Est Asiatico sono le più colpite, ciascuna rappresentando il 28% circa del totale globale.

Il rapporto evidenzia come l'annegamento sia una crisi sanitaria prevenibile che colpisce soprattutto le popolazioni vulnerabili, con un impegno globale in merito al problema ancora insufficiente. Solo una parte dei Paesi ha strategie nazionali, leggi adeguate e programmi di prevenzione efficaci. La sicurezza delle imbarcazioni, la protezione dei bambini, l'educazione scolastica e il soccorso tempestivo sono ambiti chiave ma spesso trascurati. Anche se esistono sistemi di allerta e programmi di resilienza, manca una diffusione capillare delle campagne di sensibilizzazione e la raccolta dei dati resta frammentata, ostacolando un'azione più coordinata. La parte finale del documento mostra il profilo di ogni Nazione sulla questione in oggetto.

Un salvataggio rapido da parte di astanti addestrati rappresenta la migliore possibilità di sopravvivenza per le vittime, ma solo un terzo dei Paesi offre programmi di formazione accreditati. Sebbene molti Paesi abbiano sistemi di allerta per cicloni, alluvioni e tsunami e programmi di resilienza comunitaria, le campagne di sensibilizzazione sui rischi di annegamento, in particolare per i bambini, restano limitate. Inoltre, la raccolta dei dati è frammentaria, ostacolando una comprensione completa e coordinata del problema.
Sono stati inoltre pubblicati diversi documenti contenenti le linee guida finalizzate a migliorare le strategie di prevenzione degli annegamenti nei Paesi del mondo.
Preventing Drowning: An Implementation Guide (2017)

La guida promuove un approccio basato su interventi concreti, politiche integrate e coinvolgimento multisettoriale.
Vengono proposte sei principali strategie di prevenzione: installare barriere per limitare l'accesso ai corpi idrici, fornire luoghi sicuri per la custodia dei bambini, insegnare il nuoto e la sicurezza in acqua ai bambini in età scolare, fornire servizi di salvataggio sicuri ed efficaci, formare i cittadini al primo soccorso in caso di annegamento e rafforzare la gestione dei rischi di catastrofi naturali che comportano rischi di annegamento.
Accanto a queste azioni, il documento raccomanda alcune misure di supporto, come lo sviluppo di legislazioni specifiche, la promozione di campagne di comunicazione pubblica, la creazione di sistemi di raccolta dati affidabili e il miglioramento della governance. È inoltre sottolineata l'importanza di adattare gli interventi ai diversi contesti sociali, culturali ed economici.
La guida incoraggia il coinvolgimento di più settori, come sanità, istruzione, trasporti, protezione civile e urbanistica, e ribadisce il ruolo chiave delle comunità locali nella realizzazione delle iniziative. Infine, richiama l’urgenza di un impegno politico più deciso e di investimenti mirati per ridurre in modo significativo il numero di morti per annegamento a livello globale.
WHO Guideline on the Prevention of Drowning through Provision of Day-care and Basic Swimming and Water Safety Skills (2021)

Il documento fornisce linee guida specifiche su due strategie fondamentali per prevenire l'annegamento nei bambini: l'organizzazione di servizi di custodia diurna sicura (day-care) e l'insegnamento di competenze di base nel nuoto e nella sicurezza in acqua.
La guida sottolinea che la sorveglianza attiva dei bambini, soprattutto quelli in età prescolare, attraverso servizi strutturati di custodia diurna, può ridurre significativamente il rischio di annegamento, specialmente nei contesti a basso e medio reddito. Parallelamente, l'insegnamento a bambini in età scolare di capacità basilari di nuoto, tecniche di galleggiamento e comportamenti sicuri in acqua rappresenta una misura salvavita fondamentale.
Le raccomandazioni si basano su solide prove scientifiche e sono pensate per essere adattabili ai diversi contesti locali, tenendo conto di fattori culturali, economici e geografici.
Inoltre, il documento evidenzia l'importanza di integrare queste strategie all'interno di programmi nazionali di prevenzione dell'annegamento più ampi, e raccomanda che i governi e le organizzazioni investano in infrastrutture, formazione e sensibilizzazione delle comunità.
Preventing drowning: practical guidance for the provision of day-care, basic swimming and water safety skills, and safe rescue and resuscitation training (2022)

Il documento offre raccomandazioni operative per aiutare governi, organizzazioni e comunità a progettare e implementare interventi efficaci contro l'annegamento. Basandosi su evidenze consolidate, il testo fornisce strumenti pratici per tradurre in azioni concrete le strategie già identificate nelle precedenti pubblicazioni OMS.
La guida si concentra sui sei principali interventi già citati: creare barriere sicure attorno ai corpi idrici, garantire servizi di custodia diurna sicuri per i bambini, insegnare nuoto e sicurezza in acqua, istituire team di salvataggio efficaci, formare i cittadini al primo soccorso e integrare la prevenzione dell'annegamento nei piani di gestione del rischio di disastri. Per ciascuna misura, vengono offerte indicazioni dettagliate su come pianificare, avviare, monitorare e adattare i programmi, anche in condizioni di risorse limitate.
Anche questo documento sottolinea l’importanza del coinvolgimento delle comunità, della formazione di personale qualificato, dell'adattamento culturale delle iniziative e della collaborazione tra diversi settori come salute, istruzione, protezione civile e trasporti. Viene sempre ribadita l'urgenza di raccogliere dati accurati e di misurare sistematicamente l'efficacia degli interventi per orientare le politiche pubbliche.
Hidden Depths: The Global Investment Case for Drowning Prevention (2023)

Il documento evidenzia come esistano interventi semplici, efficaci e a basso costo che possono prevenire un numero significativo di decessi. L’analisi economica condotta mostra che per ogni dollaro investito in questi interventi, si ottiene un ritorno notevole in termini di anni di vita salvati, costi sanitari evitati e benefici sociali complessivi.
L’OMS utilizza in questo documento modelli di valutazione economica comparabili a quelli impiegati per altre priorità sanitarie globali, sostenendo che la prevenzione dell’annegamento ha un rapporto costo-efficacia competitivo, se non superiore, a molte altre strategie di salute pubblica già largamente implementate. Il rapporto insiste sulla necessità di un’azione multisettoriale: la prevenzione dell’annegamento non è solo una questione sanitaria, ma coinvolge anche istruzione, urbanistica, gestione delle acque, trasporti e protezione dell’infanzia.
Conclusioni
L'annegamento è un problema globale, spesso trascurato dalle Nazioni. Ogni anno muoiono oltre 300.000 per annegamento, tuttavia è bene precisare che il 90% dei decessi nei paesi a basso e medio reddito e che pertanto questi episodi non sono legati all'ambito balneare, ma ad attività di sussistenza, alla vicinanza a corpi idrici e soprattutto alla scarsa cultura natatoria.
Sebbene negli ultimi decenni ci sia stata una grande riduzione di questi incidenti (del 38% dal 2000 al 2021), questo calo riguarda soprattutto i paesi ad alto reddito
L’annegamento si ritrova al quarto posto tra le cause di morte accidentale nel mondo (dopo incidenti stradali, avvelenamenti e cadute). Questo risulta particolarmente letale tra i bambini e i giovani. Per motivazioni di carattere sociale sono i maschi ad essere più esposti ad episodi di annegamento rispetto alle femmine.
Tra le possibili strategie di prevenzione quelle maggiormente indicate sono la diffusione dell'insegnamento del nuoto, la promozione della cultura dei rischi acquatici, la divulgazione del primo soccorso nella comunità, l'installazione di barriere per l'accesso controllato ai corpi idrici, la realizzazione lontano dall'acqua dei luoghi frequentati dai bambini, il rispetto delle norme legate alla sicurezza della navigazione.
Per quanto riguarda le raccomandazioni ai Governi, vengono incentivate la collaborazione dei diversi settori legati all'ambiente acquatico, l'ideazione di campagne di sensibilizzazione sul tema, una completa e standardizzata raccolta dei dati da parte degli organi competenti e soprattutto la formulazione di un piano nazionale per la prevenzione degli annegamenti.
Fonti
Ministero della Salute, Informativa OMS sull'Annegamento (2014)
World Health Organization, Global Report on Drowning: Preventing a Leading Killer (2014)
World Health Organization, Preventing Drowning: An Implementation Guide (2017)
World Health Organization, Preventing Drowning: Practical Guidance for the provision of day-care, basic swimming and water safety skills, and safe rescue and resuscitation training (2022)
World Health Organization, Hidden depths: the global investment case for drowning prevention (2023)
World Health Organization, Global Status Report on Drowning Prevention (2024)
World Health Organization (Organizzazione Mondiale della Sanità), Scheda informativa sull’annegamento, 13/04/2024
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