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CONGESTIONE, IDROCUZIONE, SHOCK TERMICO: cosa dice la scienza?

Immagine del redattore: Davide GaetaDavide Gaeta

Aggiornamento: 7 ore fa

"È pericoloso fare il bagno dopo mangiato!", "Devi aspettare alcune ore!", "Attento che ti viene una congestione!"...sono tutte false credenze popolari senza fondamenti scientifici.

La verità è che si può fare il bagno dopo aver mangiato!

L'argomento che ho scelto per la mia tesi di Laurea Magistrale in Scienze della Nutrizione Umana è stato proprio "relazione tra pasti e malori in acqua: una revisione della letteratura scientifica". In occasione della stesura di questo elaborato ho raccolto un gran numero di studi scientifici sul topic e pubblicazioni da parte di organizzazioni autorevoli del settore, con lo scopo di chiarire definitivamente cosa c'é di vero (poco) in merito a quanto si dice su questa materia.

Nel gergo popolare è facile sentir parlare di "congestione", mentre i più tecnici parlano di "sindrome da idrocuzione", pertanto è bene partire dal chiarire il reale significato di questi termini secondo la medicina.


  • Per congestione si intende un eccessivo accumulo di sangue o altri fluidi in un organo o in una parte del corpo.

  • Per idrocuzione si intende una sincope secondaria ad immersione rapida in acqua, specialmente fredda.


Durante la digestione, la circolazione sanguigna subisce alcune modifiche per supportare l'attività del tratto gastrointestinale. Dopo l'ingestione del cibo, una quantità significativa di sangue viene dirottata verso lo stomaco e l'intestino per favorire i processi digestivi e l'assorbimento dei nutrienti. Questo aumento del flusso sanguigno nella regione addominale è noto come iperemia splancnica e avviene grazie alla dilatazione dei vasi sanguigni che irrorano il tratto gastrointestinale.


Secondo il credo popolare, qualora un soggetto dovesse immergersi in acqua durante questa fase digestiva, il sistema circolatorio non sarebbe in grado di rispondere agli stimoli dati dall'ambiente acquatico, soprattutto in acqua fredda, e ne conseguirebbe un blocco della funzione digestiva che causerebbe una sindrome da sommersione.

 

Le pubblicazioni scientifiche sull’argomento


Già negli anni '60 diversi studi hanno preso in considerazione le relazioni tra i pasti e lo sport in acqua, ed è emerso che una corretta alimentazione pre-gara può perfino migliorare le performance natatorie e consumare un pasto leggero fino a mezz'ora prima di una prova di nuoto non influisce negativamente sulle prestazioni, né provoca disturbi gastrointestinali significativi.


Gli stessi studi evidenziano anche che un digiuno prolungato prima di un'attività fisica in acqua può avere effetti negativi,  portando a una minore resistenza e a un incremento della fatica durante lo sforzo fisico: per questo motivo sarebbe impensabile per un atleta di nuoto o per un soccorritore acquatico fare un grande sforzo in acqua in assenza di un'adeguata assunzione di macronutrienti.


Al tempo stesso si precisa che l'ingestione di cibo immediatamente prima dell'attività può compromettere la prestazione, tuttavia, altri studi hanno confermato che questa evenienza non è correlata all'ambiente acquatico, bensì allo sforzo fisico. Anche prestazioni fisiche "a secco", come nella corsa, se svolte a determinate intensità dopo aver consumato pasti abbondanti possono causare il cosiddetto ETAP (Exercise-Related Transient Abdominal Pain), un dolore addominale transitorio che si manifesta durante l'attività fisica, soprattutto negli sport che prevedono movimenti ripetitivi del tronco, generalmente localizzato sui lati dell’addome e che può variare in intensità da un fastidio lieve a un dolore acuto.


Durante l'esercizio, il flusso sanguigno si ridistribuisce dai visceri ai muscoli attivi e ai polmoni, causando una diminuzione dell'afflusso di sangue al tratto gastro-intestinale. Questa riduzione può portare a variazioni nella motilità intestinale, nell'assorbimento e nella secrezione, aumentando il rischio di sintomi gastrointestinali durante attività fisiche intense.

Questa evenienza è favorita da un insufficiente afflusso di sangue al diaframma, quale potrebbe essere stressato dall'attività fisica intensa, in particolare dopo un pasto abbondante.


Altri studi risaltano come in determinate competizioni di endurance, con prestazioni che durano tanto tempo come maratone e gare ciclistiche sia funzionale assumere un adeguato quantitativo di carboidrati perfino durante la prestazione sportiva, e lo stesso vale anche per lunghe competizioni che prevedono una parte in acqua come nel triathlon e in particolare nell'Ironman.


In merito alla relazione tra cibo e annegamento, uno studio del 2011 ha analizzato centinaia di autopsie rilevando che in circa l'80% di casi di annegamento accidentali è presente del contenuto gastrico, tuttavia è bene evidenziare che ciò non stabilisce una relazione causale diretta, bensì i fattori che portano all'annegamento sono ben altri.


Una conferma in tale direzione è data anche dall'American Academy of Pediatrics che ha pubblicato nel 2010 una dichiarazione di politica sulla prevenzione dell'annegamento che fornisce un'analisi dei rischi e una serie di misure preventive in merito agli incidenti in acqua, ma non menziona specificamente la nutrizione come fattore di rischio.


Un concetto che viene maggiormente attenzionato dalla letteratura scientifica in merito ai malori in acqua è quello dello shock termico (cold shock), dovuto all'ingresso in acque a temperature molto basse.


L'immersione improvvisa in acqua molto fredda provoca una serie di reazioni acute nel corpo. Questa risposta include un riflesso inspiratorio immediato, seguito da iperventilazione incontrollabile e un aumento della frequenza cardiaca. Tale reazione riduce il tempo massimo di apnea volontaria e aumenta il rischio di aspirazione d'acqua e annegamento.

Dal punto di vista cardiovascolare, l'esposizione al freddo determina una forte vasocostrizione periferica, con conseguente aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Nei soggetti con patologie cardiache preesistenti, questi cambiamenti possono portare a irregolarità cardiache o, nei casi più gravi, a fibrillazione ventricolare. A livello respiratorio, l'iperventilazione può causare alcalosi respiratoria e ipocapnia, riducendo la soglia di attivazione delle cellule nervose sensoriali e motorie e aumentando così il rischio di aritmie cardiache.


Le prestazioni compromesse e le risposte cardiorespiratorie iniziali all'immersione rappresentano i principali pericoli per le vittime di immersione.



Una teoria riportata in studi più recenti è quella del conflitto autonomico, ossia l'attivazione simultanea durante l'immersione in acqua fredda di entrambe le componenti del sistema nervoso autonomo:

L'attivazione simultanea di entrambe le componenti può portare ad aritmie.


Negli ultimi decenni, la letteratura scientifica ha dedicato crescente attenzione alla nutrizione applicata alla prestazione sportiva nel nuoto, con numerosi studi pubblicati su riviste accreditate che analizzano l’impatto dell’alimentazione sull’energia, sul recupero muscolare e sulla performance in acqua. Le ricerche si sono concentrate su aspetti quali il timing dei pasti, l’apporto di macronutrienti e l’integrazione specifica per i nuotatori, con l’obiettivo di ottimizzare le loro capacità atletiche. Tuttavia, nessuno di questi studi ha evidenziato una correlazione tra l’alimentazione e il rischio di malori in acqua. Sebbene esistano raccomandazioni su come gestire l’assunzione di cibo prima dell’attività sportiva per evitare disagi gastrointestinali, non emergono evidenze scientifiche che associno l’ingestione di alimenti a episodi di sincope o annegamento durante la pratica natatoria.

 

Le pubblicazioni di organizzazioni autorevoli


Nel dibattito sulla correlazione tra consumo di pasti e malori in acqua, l’analisi delle pubblicazioni istituzionali offre un contributo essenziale, complementare agli studi scientifici tradizionali.


L'International Life Saving Federation (ILS) è un'organizzazione internazionale dedicata alla prevenzione degli incidenti in acqua e al salvataggio acquatico. Nel 2014 ha pubblicato un medical position statement (dichiarazione di posizione), dal titolo “eating before swimming”, quale afferma che:

"Non ci sono prove che mangiare prima di fare il bagno aumenti il ​​rischio di annegamento. Mentre mangiare è stato associato a nausea, vomito e dolore addominale, la relazione causale tra questi fenomeni e il rischio di annegamento non è stata segnalata né studiata a fondo. Pertanto, le raccomandazioni su quantità, tempi e tipo di cibo quando si mangia prima di fare il bagno o di fare attività in acqua non possono essere basate su prove scientifiche."
 

La pagina della World Health Organization - WHO (in italiano Organizzazione Mondiale della Sanità - OMS) dedicata all’annegamento fornisce informazioni dettagliate, evidenziando come si tratti di un problema di salute pubblica globale. L'OMS tuttavia non ha emesso linee guida specifiche che correlino direttamente il consumo di pasti con il rischio di annegamento.

 

I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) sono l'agenzia federale statunitense responsabile della tutela della salute pubblica. Hanno sede ad Atlanta, in Georgia, e si occupano di prevenire e controllare malattie infettive, promuovere la salute, garantire la sicurezza sul lavoro e rispondere alle emergenze sanitarie.

Svolgono attività di ricerca, raccolta dati e sviluppo di linee guida per proteggere la popolazione da minacce sanitarie, come epidemie, malattie croniche e rischi ambientali. Inoltre, collaborano con istituzioni sanitarie nazionali e internazionali per migliorare la prevenzione e la gestione delle emergenze sanitarie a livello globale.

La pagina del CDC sulla prevenzione dell'annegamento sottolinea che l'annegamento è una delle principali cause di morte tra i bambini di età compresa tra 1 e 4 anni negli Stati Uniti, tuttavia, non fornisce raccomandazioni specifiche riguardo al rischio di malori in acqua correlati ai pasti.

 

L'American Red Cross (Croce Rossa Americana) è una delle organizzazioni umanitarie più riconosciute a livello mondiale, con una lunga tradizione di impegno nel fornire assistenza nelle emergenze, nel soccorso in caso di disastri e nel fornire formazione e risorse per la sicurezza pubblica. Nel contesto della sicurezza in acqua svolge un ruolo fondamentale attraverso vari programmi e iniziative ed è anche coinvolta in ricerche e studi sulle cause degli incidenti acquatici, come gli annegamenti, al fine di migliorare le linee guida di sicurezza e sviluppare nuove strategie di prevenzione.

L’organizzazione ha pubblicato nel 2011 una revisione della  letteratura scientifica dal titolo “eating before swimming” sull’International Journal of Aquatic Research and Education, finalizzata proprio a dimostrare che non esiste alcuna correlazione tra mangiare e annegamento, e dimostrare che è sicuro nuotare dopo aver mangiato.

"Le informazioni attualmente disponibili suggeriscono che mangiare prima di nuotare non è un rischio contributivo per l'annegamento e può essere considerato un mito."

Nel documento viene dichiarato che le restrizioni nell'assunzione di cibo prima del nuoto sono inutili. Opposizioni in merito derivano da tutt'altra tipologia di evidenze, pubblicazioni, opinioni di esperti, ecc. e sono le meno convincenti in termini di prove scientifiche.


Segue all'articolo un position statement (presa di posizione) dell'organizzazione su questa tematica dal titolo “swimming after eating”.

"Attualmente non esistono prove che supportino un legame tra il consumo di cibo prima di nuotare e il rischio di annegamento. La persistenza di questo mito non è attivamente dannosa, ma resta comunque un mito. È improbabile che vengano condotte ulteriori ricerche su questo argomento, poiché gli studi precedenti sono stati abbastanza conclusivi e non esiste un dibattito attivo nella letteratura scientifica."

In un articolo del 2024 dal titolo “Does eating right before swimming have health risks or increase the risk of drowning?” pubblicato sul sito dell’American Red Cross vengono fatte ulteriori precisazioni sul tema.

"Mangiare prima di nuotare non ha effetti sulle prestazioni di nuoto e può provocare solo lievi effetti collaterali a diversi intervalli di tempo dopo un pasto. Nessuna delle principali organizzazioni mediche o di sicurezza raccomanda attualmente di aspettare prima di nuotare dopo aver mangiato. Nuotare entro un'ora dal pasto, sia per nuotatori ricreativi che competitivi, adulti o bambini, non aumenta il rischio di annegamento."
 

L'Istituto Superiore di Sanità sul suo portale online “Salute dalla A alla Z”, in un articolo pubblicato il 13/09/2018 ed aggiornato il 23/11/2020 tratta della "congestione" e dello "shock termico" andando in parte a sfatare e in parte a sostenere le note teorie basate su credi popolari, consigliando di attendere prima di fare il bagno sulla base del tipo di pasto consumato e delle caratteristiche del singolo individuo.

Tuttavia, nel 2023, l'Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione ha pubblicato il Rapporto ISTISAN 23/15, incentrato sugli annegamenti lungo i litorali marittimi e contenente una prima analisi degli incidenti nelle acque interne.

Tra i diversi argomenti vengono trattate le "sindromi correlate al rischio di annegamento", dichiarando che alcune di queste sono caratteristiche nei mammiferi e nell’uomo e avvengono durante il passaggio dalla fase in aria a quella in acqua; viene fornita un'ampia definizione in merito all'idrocuzione, descritta come una "sincope secondaria ad immersione rapida in acqua, specialmente fredda" e intesa come un'eccessiva attivazione del fenomeno del diving reflex (riflesso d'immersione).

"Le conseguenze di una idrocuzione possono essere amplificate da processi digestivi in corso, che deviano parte del flusso ematico verso il territorio splancnico (insieme dei visceri addominali, in particolare dell’apparato digerente) e quindi aggravano la vasocostrizione sistemica. L’idrocuzione è nota da tempo e viene erroneamente definita “congestione”, che in medicina ha tutt’altro significato."

Fa seguito poi un paragrafo dal titolo "l'influenza del pasto (la cosiddetta “congestione”)", di seguito riportato integralmente.


"È di antica tradizione la raccomandazione di non accedere all’acqua nella fase post-prandiale e di lasciar intercorrere almeno 2-3 ore tra il pasto e il bagno in mare o in piscina.

Dall’analisi della letteratura specifica tuttavia non emergono studi controllati nei quali si evidenzi una significativa correlazione tra il pasto (quindi lo stato di ripienezza gastrica) e l’annegamento.

È ben noto al contrario che i nuotatori professionisti si alimentano continuamente per poter sostenere e ottimizzare le performances in allenamento e in gara.

Ciononostante, almeno dal punto di vista fisiopatologico, qualche considerazione va fatta e, più in generale, una raccomandazione alla prudenza appare opportuna.

Occorre anzitutto sfatare il concetto popolare e giornalistico secondo il quale l’entrata in acqua dopo un pasto provocherebbe una “congestione”. Congestione in medicina significa invece aumento della quantità di sangue in un organo o in una parte del corpo, sia per iperemia attiva arteriosa, sia per iperemia passiva venosa (deflusso ostacolato, iperemia stagnante).

Ciò che in realtà può accadere è un blocco della funzione digestiva, con “gastroparesi”.

Questo evento è dovuto sia al raffreddamento improvviso della parete addominale, sia al riflesso di vasocostrizione con riduzione del flusso ematico diretto al territorio splancnico e diversione periferica verso l’apparato muscolo scheletrico. Il blocco digestivo a sua volta può innescare un riflesso vagale che può condurre a bradicardia e ipotensione. Il risultato finale è quindi una sequenza di lipotimia, sincope, con perdita di coscienza e possibile annegamento (Figura 13).

Va peraltro sottolineato che questo genere di incidente è favorito dalla concomitanza di alcuni fattori favorenti, quali la temperatura dell’acqua (fredda!), la quantità e la composizione del pasto (abbondante, ricco di lipidi), la mancanza di allenamento e la presenza di comorbidità (alterazioni dei valori pressori di base, cardiopatie aritmogene, assunzione di farmaci particolari)."

 

Sebbene in passato il Ministero della Salute abbia indicato come raccomandazione di “aspettare almeno 3 ore dopo i pasti prima di entrare in acqua” oggi in merito alla prevenzione degli incidenti legati all’acqua o al caldo estivo questa cosa non viene più specificata.


In occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione dell'Annegamento del 2024 il Ministero della Salute ha pubblicato articoli, post ed infografiche per fornire consigli utili per vivere in sicurezza la stagione balneare, tra questi:

"Evitare di tuffarsi in acqua repentinamente dopo aver mangiato o dopo un'esposizione prolungata al sole."
 

Croce Rossa Italiana

In passato la Croce Rossa Italiana nelle sue campagne informative sulla prevenzione degli incidenti durante la stagione balneare forniva questa indicazione: Non ti appesantire! Se hai mangiato molto e soprattutto bevuto alcolici ricorda che è meglio attendere alcune ore prima di fare il bagno, in particolare se la temperatura dell’acqua è fredda.


Nell’Agosto 2023 l'associazione ha invece pubblicato un report dal titolo “I falsi miti dell’estate | - Osservatorio online su disinformazione e Fake news su tematiche sanitarie”, ponendosi in modo diverso sull’argomento in questione.

"Si tratta di un’invenzione squisitamente italiana, dato che la congestione non ha trovato tutt'oggi riscontri scientifici."
"Il fenomeno della congestione rappresenta infatti un mito tutto italiano. In realtà, non esiste alcuna prova scientifica che supporti la tesi di un processo che aumenti il rischio di annegamento durante un bagno in acqua dopo aver consumato un pasto (rispetto a farlo a stomaco vuoto)."

"Da definizione la “congestione” si riferisce a un “ristagno di liquidi a livello di un tessuto”: la cosiddetta “congestione digestiva” non ha quindi significato dal punto di vista medico (anche se come termine è entrato nell’uso quotidiano). Si tratta piuttosto di un rallentamento della digestione: il contatto della nostra pelle con l’acqua fredda (ma anche con il getto del condizionatore) richiama il nostro sangue alle aree periferiche del corpo per mantenere la nostra temperatura, togliendolo quindi a stomaco e intestino. Nulla di rischioso per la nostra vita. [...] Tuttavia esiste un fenomeno che invece può realmente causare l’annegamento, ed è l’«idrocuzione»: in parole povere, il brusco sbalzo di temperatura che subiamo se ci tuffiamo tutti sudati nell’acqua gelida (con o senza stomaco pieno) può causarci una perdita improvvisa di coscienza, facendoci rischiare l’annegamento. Il pericolo qui non sta nell’aver pranzato, ma nel vero e proprio «shock termico» che infliggiamo al nostro corpo se entriamo in acqua bruscamente. È una condizione molto seria, che non dipende dall’aver mangiato (e quindi, facciamoci attenzione sempre!), ma che per fortuna è estremamente facile da prevenire: basta entrare in acqua gradualmente, soprattutto se siamo accaldati e l’acqua è fredda".

 

Sono stati pubblicati diversi articoli da organizzazioni autorevoli che vanno a smentire il mito secondo cui sia pericoloso fare il bagno dopo mangiato, di seguito ne sono citati alcuni e riportati degli estratti.


  • Società Italiana di Pediatria - “Bagno dopo pranzo? Staiano: si può fare, l’importante è immergersi gradualmente” “La famosa regola delle ‘tre ore di attesa’ è un supplizio inutile”, a fare chiarezza in un’intervista rilasciata al magazine ‘GrandHotel’ è la Presidente SIP, Annamaria Staiano. “Non esiste una regola scientifica che preveda questa attesa- spiega- anche perché la digestione avviene in modo diverso a seconda degli alimenti."


  • Fondazione Veronesi - “«Mangia», «aspetta», «nuota»: la paura della congestione”

    "Il pericolo qui non sta nell’aver pranzato da meno di 2 ore, ma nel vero e proprio «shock termico» che infliggiamo al nostro corpo se entriamo in acqua bruscamente. [...] È una condizione molto seria, che non dipende dall’aver mangiato (e quindi, facciamoci attenzione sempre!), ma che per fortuna è estremamente facile da prevenire: basta entrare in acqua gradualmente, soprattutto se siamo accaldati e l’acqua è fredda."


  • MedicineNet - “False: Wait a half hour after eating before you can safely go swimming” "Sebbene sia vero che il processo digestivo devia la circolazione sanguigna verso l’apparato digerente e, in una certa misura, lontano dai muscoli, il fatto è che non è mai stato documentato un caso di annegamento causato dal nuoto a stomaco pieno. [...] Come per qualsiasi esercizio fisico dopo aver mangiato, nuotare subito dopo un pasto abbondante potrebbe essere scomodo, ma non ti farà annegare."


  • Duke Health - “Myth or Fact: Should You Wait to Swim After Eating?”

    La diffusa convinzione che il sangue destinato alla digestione dopo un pasto sottragga quello necessario per mantenere in movimento braccia e gambe mentre si nuota è infondata, afferma il dottor Mark Messick, medico di medicina familiare presso il Duke Primary Care Timberlyne.

    Secondo il dottor Messick, il corpo effettivamente fornisce un afflusso extra di sangue per aiutare la digestione, ma non in quantità tale da impedire il corretto funzionamento dei muscoli di braccia e gambe. Il rischio maggiore legato al nuoto dopo aver mangiato è probabilmente solo un lieve crampo.

 

Le federazioni sportive in ambito acquatico


Chi pratica nuoto a livello agonistico si allena molto in acqua, spesso subito dopo aver consumato un pasto o uno spuntino per mantenere elevate le proprie energie. Se davvero esistesse un rischio concreto di malori in acqua dovuti alla digestione, gli atleti sarebbero i primi a subirne le conseguenze.


Secondo la manualistica di settore infatti non viene assolutamente proibito di mangiare nelle ore antecedenti sessioni di allenamento o competizioni, da parte di nessuna dalle varie Federazioni Sportive Nazionali che si occupano di discipline sportive in ambiente acquatico, come la Federazione Italiana Nuoto, la Federazione Italiana Pesca Subacquea e Attività Subacquee, la Federazione Italiana Triathlon e la Federazione Italiana Surfing Sci Nautico e Wakeboarding. Lo stesso discorso vale per le rispettive Federazioni Sportive Internazionali, e per gli enti di promozione sportiva.

Per gli atleti d'élite, quali devono sostenere sessioni di allenamento intense più volte al giorno, sarebbe impensabile evitare di nutrirsi adeguatamente. Il nuoto richiede un elevato dispendio energetico, e saltare i pasti comprometterebbe le prestazioni, il recupero muscolare e la resistenza. Di conseguenza, il fatto che questi atleti riescano a nuotare senza problemi subito dopo aver mangiato smentisce ulteriormente la teoria secondo cui il cibo e la digestione rappresenterebbero un pericolo immediato in acqua.

 

Considerazioni personali


Il fatto che ritenere pericoloso fare il bagno dopo aver mangiato sia soltanto un mito infondato è qualcosa di facilmente intuibile, che neanche necessiterebbe di grandi approfondimenti.


Se così non fosse ci sarebbero continuamente stragi nel mondo del nuoto, delle attività subacquee, degli sport surfistici. Se fosse vero sarebbe impossibile per un soccorritore acquatico fare un turno di servizio, dovrebbe rimanere a digiuno tutto il tempo per essere pronto ad entrare in acqua qualora fosse necessario.


Sicuramente la gestione sanitaria di un paziente vittima di annegamento è più complessa se sono presenti contenuti gastrici, col maggior rischio di una "polmonite ab ingestis" e quindi un quadro clinico aggravato, ma questo non significa che sia il cibo a causare l'incidente in acqua.


Il nostro corpo, in condizioni di salute, è perfettamente capace di adattarsi ai processi digestivi, all'immersione in acqua e agli sbalzi termici.


Basta pensare alle capacità di adattamento del corpo umano quando si immerge in apnea in profondità, dove grazie al fenomeno del blood-shift (emo-compensazione) è capace di muovere il sangue da altri distretti verso la zona polmonare al fine di evitare il collasso dovuto alla pressione dell'acqua. Sarebbe impensabile che un organismo capace di adattamenti così straordinari si possa poi trovare in difficoltà quando si parla di spostamenti di sangue dovuti a motivazioni fisiologiche di gran lunga più comuni.


Lo stesso vale per lo "shock termico": se fosse così pericoloso sarebbero probabilmente vietati i percorsi caldo-freddo nei centri benessere o pratiche come la crioterapia, abbondantemente impiegata in ambiti sportivi e non solo.


Questo falso mito in Italia è rimasto intoccato per decenni, sia perché si tratta di una credenza popolare solida, ma anche perché per anni supportato da campagne informative sulla sicurezza balneare di istituzioni importanti (Ministero della Salute, Capitanerie di Porto, Croce Rossa Italiana, ecc) e in passato dagli stessi enti del salvamento. Soltanto negli ultimi tempi, da quando si sta puntando il riflettore sulla carenza di letteratura scientifica a supporto di queste teorie, stanno lentamente scomparendo le indicazioni scorrette fornite in merito finora anche da parte di molte organizzazioni autorevoli. L'utilizzo dei social-media ha contribuito in parte a sfatare queste false credenze, anche grazie ad esperti che si sono posti ridicolizzandole, tuttavia, in gran parte della popolazione italiana resta viva l'idea che sia pericoloso fare il bagno dopo aver mangiato e nel gergo continua a persistere l'uso improprio del termine "congestione".


La verità è che gli annegamenti improvvisi in acqua avvengono per motivi cardio-respiratori, anche di origine neurologica, e non hanno a che fare con l'apparato digerente.


Il take-home-message è di non farsi alcun problema ad entrare in acqua dopo aver mangiato; più che altro l'indicazione è di evitare grossi sforzi fisici (anche a secco) immediatamente dopo il consumo di pasti abbondanti, con lo scopo di scongiurare possibili fastidi; il consiglio resta quello di entrare in acqua gradualmente, ma soprattutto di vivere l'ambiente acquatico nel rispetto delle proprie condizioni psico-fisiche e delle norme di sicurezza in merito all'attività balneare, sportiva o turistico-ricreativa in acqua.


Nell'intenzione di attribuire la massima autorevolezza a quanto scritto in questo articolo e nella speranza che col tempo si possano esaurire le divergenze di opinioni su questo argomento, provvedo a riportare di seguito un'ampia bibliografia di riferimento.


  1. Gruppo Nazionale di Ricerca dell’Ambiente Costiero, Numero 28 - Numero Speciale sulla sicurezza nella balneazione, Studi Costieri, 2019

    (https://www.gnrac.it/it/rivista/28/dettaglio)

  2. Ball JR. Effect of eating at various times on subsequent performances in swimming. N Y State J Med. 1963 Feb 15;63:600-3 (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/13966135/)

  3. Asprey G, Alley L, and Tuttle W., Effect of eating at various times on free-style swimming performance. J. of the American Dietetic Association. 1965 Sep; 47:198-200 (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14332153/)

  4. Asprey G, Alley L, and Tuttle W., Effect of eating at various times on subsequent performances in the one-mile freestyle swim, Res Q. 1968;39(2):231-4

    (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/5240100/)

  5. Singer RN, Neeves RE, Effect of food consumption on 200-yard freestyle swim performance, Res Q. 1968;39(2):355-60

    (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/5240118/)

  6. Brouns F, Beckers E., Is the gut an athletic organ? Digestion, absorption and exercise, Sports Med. 1993 Apr;15(4):242-57 (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/8460288/)

  7. Morton DP, Richards D, Callister R., Epidemiology of exercise-related transient abdominal pain at the Sydney City to Surf community run., J Sci Med Sport. 2005; Jun;8(2):152-62 (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16075775/)

  8. Pfeiffer B, Stellingwerff T, Hodgson AB, Randell R, Pöttgen K, Res P, Jeukendrup AE., Nutritional intake and gastrointestinal problems during competitive endurance events, Med Sci Sports Exerc. 2012 Feb;44(2):344-51 (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21775906/)

  9. Kibayashi K, Shimada R, Nakao K., Frequent detection of stomach contents in accidental drowning, Med Sci Law. 2011 Jul;51(3):161-3 (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21905572/)

  10. American Academy of Pediatrics, Prevenzione di annegamento. Pediatria, 2010; 126 (1): e253-262 (https://publications.aap.org/pediatrics/article/126/1/e253/68358/Prevention-of-Drowning)

  11. Tipton M.J., The initial responses to cold water immersion in man (1989, Clin Sci 77:581–588) (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/2691172/)

  12. Tipton M.J., Eglin C., Gennser M. et al, Immersion deaths and deterioration in swimming performance in cold water (1999, Lancet 54:626–629) (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10466663/)

  13. Mantoni T., Rasmussen J.H., Belhage B., Pott F.C., Voluntary respiratory control and cerebral blood flow velocity upon ice-water immersion, (2008, Aviat Space Environ Med 79:765–768) (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18717115/)

  14. Shattock M.J., Tipton M.J., Autonomic conflict’: a different way to die during cold water immersion? (2012, J Physiol 590:3219–3230) (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22547634/)

  15. International Life Saving Federation, Medical Position Statement - MPS 18 - Eating before swimming (https://www.ilsf.org/wp-content/uploads/2018/11/MPS-18-2014-Eating-before-Swimming.pdf)

  16. World Health Organization (Organizzazione Mondiale della Sanità), Scheda informativa sull’annegamento (https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/drowning)

  17. CDC - Preventing Drowning, scheda informativa sulla prevenzione dell’annegamento (https://www.cdc.gov/drowning/prevention/index.html)

  18. American Red Cross Scientific Advisory Council, Instructor Advisory: Eating Before Swimming, International Journal of Aquatic Research and Education, Volume 5, Number 4, Article 12 (11-1-2011) (https://doi.org/10.25035/ijare.05.04.12)

  19. American Red Cross Scientific Advisory Council, Instructor Advisory: Swimming After Eating, International Journal of Aquatic Research and Education, Volume 5, Number 4, Article 13 (11-1-2011) (https://doi.org/10.25035/ijare.05.04.13)

  20. American Red Cross, Should You Eat Right Before Swimming? Does eating right before swimming have health risks or increase the risk of drowning (https://www.redcross.org/take-a-class/resources/articles/eating-before-swimming-myth)

  21. Istituto Superiore di Sanità, Rapporti ISTISAN 23/15 - Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione: primo rapporto, 2023 - “annegamento: definizioni, fisiopatologia e sindromi correlate” a cura di Alfredo rossi e Paolo curato, Società Nazionale di Salvamento (https://www.iss.it/-/rapporto-istisan-23/15-osservatorio-per-lo-sviluppo-di-una-strategia-nazionale-di-prevenzione-degli-annegamenti-e-incidenti-in-acque-di-balneazione-primo-rapporto-a-cura-di-fulvio-ferrara-enzo-funari-dario-giorgio-pezzini)

  22. Istituto Superiore di Sanità, La salute dalla A alla Z - Congestione (https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/c/congestione#prevenzione-e-consigli-utili)

  23. Ministero della Salute, 25 luglio 2024, Giornata mondiale per la prevenzione dell'annegamento

    (https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=6612)

  24. Croce Rossa Italiana, I falsi miti dell’estate. Osservatorio online su disinformazione e fake news su tematiche sanitarie

    (https://cri.it/verasalute-falsi-miti-estate/)

  25. Italian Academy of Rescue and Resuscitation (IARR), Annegamenti in mare, congestione e idrocuzione sono delle false cause (https://www.iarr.it/annegamenti-in-mare-congestione-e-idrocuzione-sono-delle-false-cause/)

  26. Società Nazionale di Salvamento, Rossi Alfredo & Curato Paolo, Le patologie in ambiente acquatico. Manuale di primo soccorso per bagnini di salvataggio e operatori della balneazione, Salvamento Agency, 2018 (https://www.salvamentonline.it/wp-content/uploads/2020/03/Patologie_Rossi_web_def.pdf)

  27. Società Italiana di Pediatria, Bagno dopo pranzo? Staiano: si può fare, l’importante è immergersi gradualmente (https://sip.it/2022/07/01/bagno-dopo-pranzo-staiano-si-puo-fare-limportante-e-immergersi-gradualmente)

  28. Fondazione Veronesi, «Mangia», «aspetta», «nuota»: la paura della congestione (https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/i-blog-della-fondazione/il-blog-di-agnese-collino/mangia-aspetta-nuota-la-paura-della-congestione?)

  29. MedicineNet, False: Wait a half hour after eating before you can safely go swimming (https://www.medicinenet.com/summer_debunking_summer_health_myths/views.htm)

  30. Duke Health, Myth or Fact: Should You Wait to Swim After Eating (https://www.dukehealth.org/blog/myth-or-fact-should-you-wait-swim-after-eating)

  31. Ristori Riccardo, Medico - La congestione tra miti e leggende (https://www.facebook.com/riccardoristoriMD/posts/congestione-durate-il-bagno-in-mare-esiste-davvero-questo-pericolo-blocco-della-/744596845930180/?locale=it_IT)

  32. Italian Academy of Rescue and Resuscitation (IARR), La congestione, shock termico e blocco digestivo analizzato dall’IA (https://www.iarr.it/la-congestione-shock-termico-e-blocco-digestivo-analizzato-dallia)

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