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  • Immagine del redattoreDavide Gaeta

SHOREBREAK: il frangente di battigia

Aggiornamento: 14 nov 2022


Su determinate spiagge, in condizioni di mare formato, uno dei pericoli più evidenti è proprio il primo frangente, quello vicino alla battigia, detto appunto shorebreak. Questa massa di acqua può mettere in difficoltà uno sportivo che ha intenzione di andare a largo, e allo stesso tempo trascinare in acqua una persona che non aveva intenzione di entrarci.

Lo shorebreak è una condizione in cui l'onda frange direttamente sulla battigia, come un muro di acqua che crolla. Questo avviene soprattutto quando c'è un repentino passaggio da acqua fonda ad acqua bassa.

Prevenzione? Distanza di sicurezza!

Essere trascinati in acqua da una spiaggia ripida significa spesso trovarsi in una condizione difficile per tornare a riva, e questo può portare all'annegamento.

Condizione ancora peggiore se tutto ciò avviene in presenza di scogli o scogliere.


In ogni caso, anche su una spiaggia sabbiosa, l'impetuosità stessa di uno shorebreak può bastare a scaraventare un bagnante e produrre un importante politrauma.

Come superare lo shorebreak?

In tanti sport di mare, come SUP e windsurf, potrebbe invece essere necessario partire dalla riva per andare verso il largo, ma per fare ciò i tipi duri con cui doversela vedere sono proprio i frangenti in prossimità della costa.

In particolare lo shorebreak si comporta quasi come un buttafuori, "chiudendo" l'accesso a chi proviene dalla spiaggia.


Il segreto per superarlo si chiama timing. Bisogna aspettare il momento giusto, osservando bene il backwash, ossia il ritiro dell'acqua che, una volta arrivata sull'arenile, tende a tornare indietro per forza di gravità.


Con un ingresso sbagliato, un oggetto voluminoso come la tavola potrebbe sfracellarsi sulla battigia, diventando un pericolo serio. Una cosa molto importante per queste categorie è non mettere mai la tavola tra il proprio corpo e il frangente! Sempre tenuta a fianco, con il nose (la punta) rivolto al frangente.

E il lifeguard?

Ci sono alcune considerazioni da fare in merito ad un ingresso finalizzato ad un'azione di salvataggio.

Generalmente la tecnica utilizzata di ingresso in acqua da un spiaggia è la planata, quale prevede l'utilizzo prevalente di meccanismi motori terrestri (corsa, corsa saltellata, ecc).


Con una spiaggia ripida (il famoso gradino) può essere utile utilizzare l'ingresso a delfino, il tuffo di testa, tipico dello stile americano. In questo modo risulta anche più facile evitare lo shorebreak, evitando di essere trascinati a riva.


I teorici del salvamento diranno "eh ma così perdi di vista la vittima!", inconsapevoli del fatto che in condizioni di mare formato tenere lo sguardo costante sul target è pura teoria.

Le tecniche imparate in piscina, o in mare piatto, non funzionano tra i frangenti!

 

Vi lascio questo video in cui nuoto in prossimità di uno shorebreak..fate attenzione ai dettagli!


 

Se ti è interessato l'argomento trattato in questo articolo puoi approfondire leggendo il mio libro:

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