Le correnti costiere andrebbero intese come se fossero dei fiumi, i cui argini sono tuttavia meno marcati. Perciò bisogna considerare sempre di sfruttarle in maniera intelligente, con la consapevolezza di come l'acqua si muove "da monte verso valle".
Per trattare questo tema ho voluto prendere spunto dalle parole di Stefano Tiozzi, allenatore di nuoto e professionista del salvamento, con una vasta esperienza nel nuoto in mare, anche in condizioni estreme.
Direzione della corrente
Rispetto alle direzioni della nuotata e della corrente si possono trovare tre casi.
Corrente a favore: la tecnica migliore è la "nuotata in successivo", sfruttando al massimo l'allungamento.
Corrente contraria: i momenti di pausa sono penalizzanti, l'inerzia determina un arretramento per effetto della corrente, quindi è bene andare subito in presa con frequenti bracciate. La dimensione della variazione di tecnica deve essere direttamente proporzionale alla forza della corrente. In caso di corrente molto forte potrebbe essere utile provare a utilizzare la tecnica "kayak drill" (passata subacquea più breve con maggior peso delle fasi di presa e trazione rispetto alla spinta).
Corrente laterale: in questo caso la corrente potrebbe essere leggermente a favore o contraria, e sulla base di questa valutazione bisogna adeguarsi con le tecniche prima descritte. A questo bisogna tener conto dello spostamento laterale (scarroccio se dovuto al vento, deriva se dovuto alla corrente), e per questo modificare la rotta, puntando verso un punto diverso rispetto a quello che vorremmo raggiungere.
Nel caso della corrente di lato, per poter capire come si sommano due forze che non sono poste sulla stessa retta è necessario introdurre la "regola del parallelogramma".
Se nuoto (N) in una direzione e la corrente (C) mi spinge lateralmente, il risultato (R) finale sarà una diagonale, cui orientamento dipende naturalmente dall'intensità della mia nuotata e della corrente.
La dimensione della variazione della tecnica o della rotta quindi deve essere direttamente proporzionale alla forza della corrente.
Metafora di esempio: se devi sparare a un piattello in movimento non miri al punto dove il piattello si trova adesso, bensì al punto in cui calcoli che si troverà tra pochi decimi di secondo. Nuotare nella corrente è esattamente la stessa cosa: calcola lo spostamento e traccia una nuova rotta per compensarlo
Per quanto concerne le correnti costiere, bisogna sfruttare le rip current (correnti di ritorno) per andare verso il largo, le longshore current (correnti litorale) per spostarsi unidirezionalmente lungo la costa a favore di corrente e le sandbank (zone di secca) per tornare verso la spiaggia.
All'inizio ci si addestra sempre a favore di corrente ("with the flow"), poi solo se fisicamente e tecnicamente preparati si procede contro ("against the current").
Se poi queste strategie devono essere utilizzate per effettuare un salvataggio, oltre alla rotta, bisogna calcolare bene il punto dove effettuare l'ingresso in acqua e il punto dove uscire, quali raramente coincidono.
In merito all'argomento trattato in questo articolo vi invito a guardare questo interessante e divertente video sulla "relatività galileiana", soprattutto dal minuto 9.00!
Se ti è interessato l'argomento trattato in questo articolo puoi approfondire leggendo il mio libro:
che puoi ordinare su Amazon ciccando qui!
Comments