top of page
Blog: Blog2
Blog: Instagram
  • Immagine del redattoreDavide Gaeta

MEZZI DI SALVATAGGIO per l'abbandono nave

Aggiornamento: 18 apr 2023

L’abbandono della nave è una scelta difficile che comporta conseguenze importanti sia per l'equipaggio che per l'unità. Il trasbordo dell'equipaggio su un'altra imbarcazione o su un mezzo di salvataggio comporta dei rischi: vi possono essere dei feriti o dei dispersi. Per tali ragioni bisogna valutare bene la situazione.

Sono rare le emergenze in cui sia richiesto di abbandonare una barca, anzi, non bisogna lasciarsi prendere dal panico evacuandola troppo presto (una barca, anche se molto danneggiata, può comunque galleggiare ancora per molto tempo). Tuttavia, tutti quelli che vanno per mare devono mettere in conto che un'evenienza del genere un giorno potrebbe subentrare, ed è certamente meglio farsi trovare preparati.

 

Mezzi collettivi di salvataggio

Le indicazioni sui mezzi di salvataggio sono date dall'International Life-Saving Appliance (LSA) Code, oltre che naturalmente dalla Convenzione SOLAS, dalle convenzioni sulla ricerca e soccorso, e in Italia dal Codice della Navigazione e dal Regolamento per la sicurezza della navigazione e della vita umana in mare (DPR n.435 del 8 Novembre 1991). In base al tipo di nave esistono diversi mezzi collettivi di salvataggio.

 

Survival craft

La lancia di salvataggio, comunemente chiamata scialuppa, è una barca che viene salpata manualmente tramite una gru o un sistema di lancio. All'interno è dotata di posti a sedere per il numero previsto di persone imbarcabili e un basilare sistema di timoneria per la conduzione. Le lance andrebbero provate in acqua e manovrate ogni tre mesi.

 

Freefall lifeboat

La scialuppa di salvataggio a caduta libera è un'unità ermeticamente chiusa, totalmente stagna; una volta entrate le persone da evacuare e chiusi i portelloni, viene varata cadendo in picchiata in acqua, arrivando anche ad immergersi per qualche secondo sotto la superficie, per poi andare in galleggiamento.

Le navi cisterna devono trasportare scialuppe di salvataggio ignifughe , testate per sopravvivere a una fuoriuscita dalla cisterna di petrolio o di prodotti petroliferi in fiamme. La protezione antincendio di tali imbarcazioni è fornita dall'isolamento e da un sistema di irrigazione nella parte superiore, attraverso il quale l'acqua viene pompata e spruzzata per raffreddare la superficie mentre l'imbarcazione viene allontanata dalle fiamme.


Alcune navi che ospitano i subacquei in saturazione trasportano scialuppe di salvataggio iperbariche che incorporano una camera iperbarica per consentire ai subacquei di fuggire senza subire incidenti da decompressione.

 

Rescue boat

Il battello veloce è un agile mezzo a motore che nasce per navigare nei pressi dell'unità madre, come i tender, ed è utile per recuperare naufraghi e coordinare un'emergenza.

Principalmente viene impiegata con lo scopo di recuperare un uomo a mare e condurlo sull'unità madre, con cui viene sempre mantenuto un contatto radio e la quale può fornire anche indicazioni sonore alla rescue boat:

  • Un fischio = Accosta a dritta

  • Due fischi = Accosta a sinistra

  • Tre fischi = Governa alla via

  • Quattro fischi = Ritorna a bordo

 

Liferaft

La zattera autogonfiabile rappresenta il mezzo più rapido ed efficace per la sopravvivenza in mare, tuttavia, non è motorizzato. Il suo impiego è descritto in questo articolo.

 

Marine evacuation system

Si tratta di un sistema di grossi scivoli gonfiabili, o condotti verticali, necessario per raggiungere dalla nave i mezzi di salvataggio che sono stati calati in acqua.

 

Abilitazioni

La Convenzione STCW per quanto concerne i mezzi collettivi di salvataggio prevede due abilitazioni:

  • MAMS (Marittimo abilitato per i mezzi di salvataggio);

  • MABEV (Marittimo abilitato ai mezzi di salvataggio veloci).

Questi corsi hanno lo scopo di insegnare al personale marittimo a:

  1. Assumere il controllo del mezzo collettivo di salvataggio o del battello di emergenza durante e dopo l’ammaino;

  2. Operare sul motore di una imbarcazione di salvataggio;

  3. Gestire le persone e il mezzo collettivo di salvataggio dopo l’abbandono della nave;

  4. Utilizzare dei dispositivi di localizzazione, inclusi gli apparati di radio comunicazione e i segnali pirotecnici di soccorso;

  5. Applicare i protocolli di pronto soccorso ai superstiti.

 

Personal Protetion Equipment

In un'emergenza che richieda l'abbandono nave è preventivamente necessario indossare come lifevest dei DPI (dispositivi di protezione individuale): tuta da immersione (survival suit) e PFD (personal flotation device).

Di questi ultimi esistono modelli diversi che variano la spinta di galleggiamento (Newton) in base al tipo di navigazione:

  • i giubbotti di classe 275 N - ISO 12402-2 sono idonei ad ogni tipo di utilizzo;

  • i giubbotti di classe 150 N - ISO 12402-3 devono essere presenti a bordo di imbarcazioni da diporto abilitate a navigare oltre le 6 miglia dalla costa;

  • i giubbotti di classe 100 N - ISO 12402-4 costituiscono il requisito minimo da rispettare per natanti e imbarcazioni da diporto che navighino entro 6 miglia dalla costa.

Questi device sono dotati di fischietto e fasce catarifrangenti (alcuni anche luce strobo), e garantiscono il galleggiamento sul dorso della persona che lo indossa anche in acque agitate. Sono inoltre capaci di assicurare in acqua il raddrizzamento in posizione supina della persona che lo indossa, anche se il naufrago è privo di sensi. Questo non vale invece per:

  • i giubbotti di classe 50 N - ISO 12402-5, quali fanno parte della categoria “aiuti al galleggiamento” e devono essere utilizzati soltanto per attività ricreative e sportive eseguite sottocosta. Si tratta ad esempio di utilizzo su canoe, kayak, moto d’acqua, windsurf e kitesurf.

 

Muster drill

Le navi che trasportano passeggeri sono tenute alla partenza a condurre un'esercitazione di adunata affinché tutte le persone a bordo sappiano come comportarsi in caso di emergenza.

Sono escluse le unità che navigano per tratte brevi o sottocosta, come i traghetti.

  1. Normalmente viene fatto un annuncio ai passeggeri, informandoli che a breve inizierà un'esercitazione obbligatoria.

  2. Quindi, viene fatto un altro annuncio, che informa l'equipaggio e i passeggeri che l'allarme generale di emergenza (7 fischi brevi seguiti da uno lungo e suono continuo dei campanelli per almeno 10 secondi) sta per essere suonato solo per scopi di esercitazione.

  3. Dopo che l'allarme è stato suonato, ai passeggeri viene detto di dirigersi verso la loro stazione di raccolta.

  4. Giunti al punto di raccolta, i passeggeri sono informati dell'uso di giubbotti di salvataggio, scialuppe di salvataggio, ecc.

  5. Viene dato un segnale finale, che informa che l'esercitazione di adunata è conclusa.

L'equipaggio dovrebbe inoltre svolgere ogni mese almeno un'esercitazione di abbandono nave (Maritime Education & Training). Tutte queste nozioni vengono apprese nel corso "Sopravvivenza e Salvataggio" che fa parte del Basic Training previsto per i marittimi dalla Convenzione STCW.

 

Abandon ship

Ogni componente dell'equipaggio deve avere una consegna particolare nei casi d'emergenza, per questo esiste il ruolo d'appello (muster list), un registro esposto nei punti di maggiore transito sulla nave, contenente:

  • grado, qualifica e nominativo di ogni componente dell'equipaggio;

  • descrizione dei segnali d'allarme;

  • destinazioni e mansioni da svolgere in caso d'emergenza che vengono indicate al marinaio all'imbarco e trascritte sul libretto personale.

Nel caso di abbandono nave il comandante lo comunica a voce con interfono o con qualsiasi strumento che consenta di raggiungere tutti i locali della nave.

I passeggeri si devono dirigere presso i punti di raccolta indicati durante l'esercitazione, vestendo i dispositivi di protezione individuale, per poi essere destinati ai mezzi collettivi di salvataggio.

Secondo l'IMO (International Maritime Organization) il tempo massimo per far salire tutti i passeggeri sulle scialuppe di salvataggio e per allontanarsi dalla nave è di 30 minuti.


Col detto marinaro «il comandante affonda con la nave» si intende che si sacrifichi con essa, o sia l'ultimo a lasciarla. Dietro questa usanza vi sarebbe un profondo senso del dovere ed un vivissimo significato deontologico. Ma oltre al significato metaforico esiste un vero e proprio significato giuridico, previsto dal nostro Codice della Navigazione.

Art. 1097 - Abbandono di nave o di aeromobile in pericolo da parte del comandante
Il comandante, che, in caso di abbandono della nave, del galleggiante o dell’aeromobile in pericolo, non scende per ultimo da bordo, è punito con la reclusione fino a due anni
Se dal fatto deriva l’incendio, il naufragio o la sommersione della nave o del galleggiante, ovvero l’incendio, la caduta o la perdita dell’aeromobile, la pena è da due ad otto anni. Se la nave o l’aeromobile è adibito a trasporto di persone, la pena è da tre a dodici anni.
Art. 1098 - Abbandono di nave o di aeromobile in pericolo da parte di componente dell’equipaggio
Il componente dell’equipaggio, che senza il consenso del comandante abbandona la nave o il galleggiante in pericolo, è punito con la reclusione fino a un anno.
Alla stessa pena soggiace il componente dell’equipaggio dell’aeromobile, che senza il consenso del comandante si lancia col paracadute o altrimenti abbandona l’aeromobile in pericolo.
Se dal fatto deriva l’incendio, il naufragio o la sommersione della nave o del galleggiante ovvero l’incendio, la caduta o la perdita dell’aeromobile, la pena è da due ad otto anni. Se la nave o l’aeromobile è adibito a trasporto di persone, la pena è da tre a dodici anni.
 

0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page