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  • Immagine del redattoreDavide Gaeta

Rischi in acqua con PRECIPITAZIONI E FULMINI

Aggiornamento: 14 nov 2022

Nel mio percorso operativo mi sono trovato diverse volte in mare sotto la pioggia e in qualche episodio perfino sotto la grandine. Nella maggior parte dei casi si è trattato di sessioni addestrative, e in queste occasioni è emersa sempre la classica frase "acqua è sotto, acqua è sopra, inutile fare distinzioni". Ecco, sulla base del non discriminare le varie forme in cui si può presentare il nostro liquido preferito, con questo articolo vado a descrivere le difficoltà e i rischi che condizioni meteo avverse possono apportare alle attività in acque libere.

 

Cosa sono le precipitazioni

Ricapitolo alcune cosa già viste in questo articolo: le nubi si formano quando un pacchetto d'aria in ascesa condensa per via della sua umidità. Sostanzialmente si formano delle goccioline che vanno a creare in quota le nubi, al suolo la foschia (campo visivo compreso tra 1 e 10 km) o la nebbia (visibilità inferiore al chilometro).


Tuttavia, con determinate dimensioni queste gocce possono vincere la forza gravitazionale, cadendo verso il suolo e andando a formare le precipitazioni.


Queste si hanno quando il peso delle gocce di umidità, nate quindi per condensa del vapore acqueo, supera la forza delle correnti ascensionali originate dal moto convettivo dell'aria calda che risale dal suolo riscaldato dai raggi solari.

Si parla di:

  • pioviggine quando il raggio delle gocce è inferiore a 0,1mm;

  • pioggia quando il raggio raggio delle gocce supera 0,5mm.

Tra gli altri fenomeni conosciamo la:

  • neve, dove temperature inferiori allo 0°C formano cristalli di ghiaccio;

  • grandine, dove forti correnti ascensionali fondono più pezzi di ghiaccio.

Il pluviometro è lo strumento utilizzato per misurare la quantità di pioggia caduta. Esso fa parte della dotazione di strumenti principali di una comune stazione meteorologica, e l'unità di misura è il millimetro, inteso come litro per metro quadro di superficie, cosa che ci permette di identificare l'altezza pluviometrica.


Il dato può essere usato per valutare l’entità di un fenomeno temporalesco e per stimare gli effetti che avrà sul territorio, sulla base dei quali, ad esempio, diramare un'allerta meteo.

 

Cosa sono i fulmini

Durante un temporale, le correnti di aria ascendenti e discendenti provocano la separazione di cariche elettriche all'interno della cella temporalesca. Da qui possono nascere scariche elettriche di migliaia di ampere, appunto il fenomeno del fulmine (detto anche saetta o folgore).


Il tuono è la conseguenza dell'onda d'urto provocata dal riscaldamento dell'aria attorno alla scarica elettrica. Il suono viaggia a circa circa 343 m/s, molto più lentamente della luce, per questo motivo sentiamo il boato in ritardo rispetto all'avvistamento del lampo.

Contando i secondi che passano tra i due eventi si può quindi calcolare la distanza che ci separa dai fulmini (indicativamente 3 secondi per ogni chilometro).

 

Rischi in ambienti acquatici

Il fulmine è attirato dall’acqua, in quanto essa rappresenta quello che in gergo si dice essere un buon conduttore di energia. Questo significa che in caso di temporale è sconsigliato essere in mare, in un lago o in un fiume.

Le condizioni ideali per essere colpiti da un fulmine sono un'ampia distesa senza ostacoli e un mezzo che conduce bene l'elettricità. Quest'ultima segue il percorso più breva tra la nuvola che la origina e il terreno, motivo per cui persone in acqua o in piedi in spiaggia sono a rischio.


Una delle domande che spesso vengono fatte agli esperti sui rischi in merito ai fulmini, è quanto essi possano essere pericolosi se ci si trova in mare o su una barca.

Nelle navi in ferro chi sta all’interno non corre rischi per l’effetto gabbia di faraday (per chi sta in coperta è più complesso), come avviene per all'interno della carrozzeria di un automobile.

Le barche in VTR sono isolanti, ma il calore dell’effetto joule brucia la resina, la “corrente” si muove nell’elettronica (e frigge tutto) e scarica in mare attraverso ancore, catene, motori asse ed eliche.

È un argomento interessantissimo sul quale, per fortuna, mancano i casi studio su cui sviluppare la letteratura.

Il principio è sempre quello del punto di accesso-uscita (esattamente come nelle persone folgorate) e l’uscita è sempre verso il contatto del corpo attraversato con la “messa a terra” o “massa”...e il mare è una messa a terra perfetta.


 

Se ti è interessato l'argomento trattato in questo articolo puoi approfondire leggendo il mio libro:





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