Ci sono casi in cui un bagnante in difficoltà non è stato soccorso, per via del mare mosso o della mancanza di personale preparato, portando all'annegamento della vittima. In questi casi il cadavere non sempre viene spiaggiato immediatamente, ma capita spesso che lo stesso venga ritrovato dopo diverso tempo anche a diverse miglia di distanza dal luogo dell'incidente. Questo accade perché lo stesso viene trasportato da un flusso lento e costante, la corrente di deriva.
La frizione che il vento esercita sulle molecole di acqua genera delle correnti superficiali. Queste sono causate dal vento, ma non spirano nella stessa direzione del moto atmosferico che le genera: il moto effettivo dell’acqua è legato alla composizione delle diverse forze in gioco, cioè la forza d’attrito tra vento e superficie liquida, a cui si deve l’effetto di trascinamento, la forza di attrito interno dell’acqua e una forza deviante detta di Coriolis. L’equilibrio che si viene a formare tra queste componenti detta la velocità e la direzione della drift current (corrente di deriva).
Questo fenomeno si manifesta anche ad una certa distanza dalla costa, in quel tratto che viene chiamato "canalone", un canale intermedio tra la prima e la seconda secca, dove sboccano le correnti di ritorno.
Questo canale può essere largo dai 20 ai 50 metri circa, profondo qualche metro, e all'interno scorre un flusso lento e costante, capace di trasportare un corpo galleggiante per diverse miglia.
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