Un sommozzatore è una persona che si immerge sott'acqua con l'ausilio di un sistema di erogazione autonomo. Il termine italiano deriva dalla parola napoletana "sommozzare", cioè immergere. I sommozzatori svolgono immersioni a livello professionale in diversi ambiti.
Nel quadro istituzionale, i nostri Corpi dello Stato sono dotati di operatori subacquei addestrati ed equipaggiati per attività di soccorso e compiti di polizia e militari.
Vigili del Fuoco
Nel 1952 nascono i sommozzatori del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, quale fu a livello internazionale la prima organizzazione non militare a dotarsi di sommozzatori per scopi civili, al servizio dello Stato.
Oltre alle attività di Search And Rescue in ambiente acquatico, che costituiscono l'attività prevalente, i Nuclei intervengono in svariate situazioni di pericolo legate all'elemento acqua, quali le emergenze legate a fenomeni alluvionali, la presenza di fattori inquinanti e di rischi NBCR (nucleare, batteriologico, chimico, radiologico), le attività di supporto nel caso di incendi a bordo di navi e imbarcazioni.
Nell'ambito della specialità il Servizio SMZT assicura capacità operative nei settori della Speleosubacquea (ordinaria e avanzata) e della Ricerca strumentale, secondo modelli operativi strutturati a livello nazionale.
Nel Piano Operativo Nazionale del Servizio Sommozzatori è previsto anche il coordinamento e l'integrazione dei Nuclei Sommozzatori con i Reparti Volo dei Vigili del Fuoco, al fine di assicurare la piena interoperabilità tra le due specializzazioni.
La storia di questa componente specialistica è ben raccontata nel libro "Una fiamma negli abissi. Storia del servizio sommozzatori dei vigili del fuoco" pubblicato per la ricorrenza dei 50 anni dalla fondazione e scritto proprio da Luigi Ferraro, pioniere della subacquea italiana che formò il CNVVF e gli altri Corpi.
Guardia Costiera
Nel 1995 il Comando Generale delle Capitanerie di Porto decide di formare un Nucleo sperimentale attingendo una piccola aliquota di personale direttamente dai Reparti Subacquei della Marina Militare. Visti i positivi risultati raggiunti nei primi anni di servizio viene disposto un allargamento dei Nuclei Subacquei.
Attualmente la componente subacquea della Guardia Costiera si avvale di cinque nuclei (San Benedetto del Tronto, Napoli, Messina, Cagliari, Genova).
AI Nuclei Sommozzatori sono affidati i seguenti compiti di Istituto:
vigilanza sulle aree marine di interesse storico, artistico o archeologico costituito da relitti di antiche navi e dal loro carico, da strutture murarie portuali sommerse ai fini della prevenzione e della repressione di danneggiamenti e furti;
vigilanza e controllo delle riserve marine protette;
ricerca e soccorso della vita umana;
vigilanza e controllo sull'esercizio della pesca marittima con particolare riferimento alla miticoltura e della pesca subacquea professionale sportiva;
rilevamento e monitoraggio del grado di inquinamento delle acque marine;
prelevamento di campioni biologici e concorso nelle ricerche subacquee di interesse scientifico connesse con lo studio dei fondali, della fauna e della flora marina;
controlli ed ispezioni di navi, piattaforme, cavi e condotte sottomarine;
lavori e piccoli interventi alle carene delle Unità Navali del Corpo;
sistemazioni nonché rimozione di corpi morti, catenarie, boe e gavitelli in ambito portuale;
concorso in campagne di ricerca, localizzazione, recupero di materiale sommerso di interesse archeologico;
azioni di Polizia Giudiziaria e Marittima autonoma o in concorso con altri Corpi di Polizia intese alla prevenzione e repressione di attività illecite svolte nel mare territoriale;
ispezioni e rilevamenti fotografici di infrastrutture subacquee;
assistenza a gare e campionati sportivi;
ispezioni subacquee di banchine, fondali, relitti con riprese video digitali eseguite: a mezzo di operatore subacqueo fino al limite della quota di 40 metri, con l'ausilio del R.O.V. fino alla profondità (in condizioni meteo marine ottimali) di 300 metri;
ispezioni in incognito, con Apparecchiatura ad Ossigeno, per compiti di polizia fino a 12 metri;
ricerca di relitti e naufraghi dispersi sul fondo;
interventi di demolizione di strutture metalliche subacquee attuate con sistema di taglio "broco" o con lancia termica;
interventi su siti archeologici con scavi eseguiti con surbona ad acqua e prospezioni di campi di lavoro subacqueo, eseguiti nei limiti delle conoscenze tecniche;
interventi in zone fluviali o alluvionate con attrezzatura da "Rafting" in dotazione e motopompe (in dotazione) di media portata;
pulizia dei fondali e recupero di reti fantasma, ovvero vecchie reti perse o abbandonate dai pescatori.
Guardia di Finanza
Il Comando Generale della Guardia di Finanza stabilisce le modalità per la designazione del personale da avviare al conseguimento del brevetto subacqueo.
Gli aspiranti, militari volontari del contingente ordinario (non specializzati) e del contingente di mare di età non superiore di 32 anni alla data di inizio corso, sono ammessi alla frequenza dell’attività addestrativa, previo accertamento del possesso dell’idoneità psicofisica, da verificarsi presso le strutture sanitarie della Marina Militare cui fa seguito un’attività di preselezione, normalmente svolta presso la Scuola Nautica di Gaeta.
I militari giudicati idonei e collocati in graduatoria utile alla fine della fase di preselezione, per l’attività di formazione, sono inviati presso il Comando Raggruppamento Subacquei ed Incursori della Marina Militare “Teseo Tesei” (COMSUBIN), ove conseguono il relativo brevetto.
I Sommozzatori, organicamente dipendenti dalle Stazioni Navali, dislocate su tutto il territorio nazionale, svolgono compiti di: polizia economico e finanziaria, polizia giudiziaria e di ordine e sicurezza pubblica, polizia militare, di sicurezza e polizia giudiziaria, concorso alla difesa militare, collaborazione con altri organi ed enti nazionali ecollaborazione ad operazioni internazionali.
Il tipo di brevetto abilità ad operare a profondità, e quindi finalità, differenti:
OSSALC (Operatore Servizio Sicurezza Abilitato ai Lavori in Carena);
OSSP (Operatore Subacqueo Servizio di Polizia).
La componente subacquea della Guardia di Finanza collabora, nel rispetto dei prescritti requisiti di sicurezza, con le altre Forze Armate e di Polizia nonché con gli organi ed enti di protezione civile ai fini di ricerca e di salvataggio della vita umana in mare, nei fiumi e nelle altre acque interne.
Inoltre, attesa la necessità di garantire la necessaria opera di assistenza a supporto delle unità navali del Corpo, i Nuclei Sommozzatori svolgono anche compiti di manutenzione e controllo quali: la sistemazione degli ormeggi, ovvero il controllo, la manutenzione, il ripristino dell’efficienza mediante relativa posa in opera di corpi morti e catenari. Inoltre eseguono lavori sulle unità navali del Corpo, quali lavori di ricognizione all’opera viva (la parte immersa dello scafo), lavori su eliche, assi, timoni, tamponamento di falle.
Marina Militare
La categoria Palombari è una delle più antiche della Marina Militare. Questi uomini sono integrati nel Gruppo Operativo Subacquei posto alle dipendenze del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” (COM.SUB.IN. – Comando Subacquei ed Incursori), con sede in Varignano (SP).
Le missioni assegnate dalla Marina Militare al Gruppo Operativo Subacquei sono le seguenti:
condurre qualsiasi genere di intervento subacqueo, anche in alto fondale (fino a profondità superiori ai 1.000 m)
soccorrere gli equipaggi dei sommergibili in difficoltà mediante le apparecchiature subacquee di Nave Anteo ed un nucleo operativo chiamato S.P.A.G. (Submarine Parachute Assistance Group) che ha la capacità di proiettare nell’area del sinistro marittimo attraverso velivoli ad ala fissa o rotante, 10 operatori ed i materiali necessari sia ad allestire un campo base galleggiante per il primo soccorso, sia a stabilire le comunicazioni col sommergibile;
effettuare la bonifica subacquea di qualsiasi ordigno esplosivo, convenzionale od improvvisato E.O.D./I.E.D.D. (Explosive Ordnance Disposal/Improvised Explosive Device Disposal). Tale attività viene svolta quotidianamente con la neutralizzazione dei numerosissimi residuati bellici che annualmente vengono rinvenuti nelle acque nazionali.
Carabinieri
Il Centro subacquei dell'Arma dei Carabinieri viene istituito il 17 luglio 1953, originariamente su due nuclei nell'ambito delle legioni di Genova e Napoli, per poi dare origine al Centro Carabinieri Subacquei, centro addestrativo per il personale subacqueo da impiegare a bordo dei natanti.
Sito a Genova, il centro viene, altresì, impiegato dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri per esigenze sul piano nazionale e a supporto delle operazioni espletate dai Nuclei in compiti di tutela dei beni culturali, localizzazione e recupero di materiale di interesse archeologico, concorso nelle ricerche subacquee di interesse scientifico, rilevamenti per lo studio dei fondali, prelievo di campioni biologici, rilevamento del grado di inquinamento delle acque, collaudo e verifiche di attrezzature ed apparati subacquei.
In principio i militari, pur continuando ad essere impiegati nel normale servizio, venivano, di volta in volta, chiamati a prestare la loro opera non solo in operazioni di polizia giudiziaria che avessero comportato la ricerca ed il recupero dal fondo del mare, dei laghi, dei fiumi, dei pozzi di corpi di reato, cadaveri, armi ecc., ma anche in attività di soccorso in occasione di alluvioni e di allagamenti in genere.
Costituito da personale altamente specializzato, questa componente è in grado di operare a supporto dei reparti della territoriale e di altre amministrazioni dello Stato.
Tra settori di intervento del Centro subacquei e dei suoi nuclei dipendenti distribuiti sul territorio sono:
indagini giudiziarie,
rilevamenti per la tutela dell'ambiente,
assistenza a manifestazioni sportive,
soccorso in caso di alluvioni.
Polizia di Stato
Il Centro nautico e Sommozzatori ha sede a La Spezia e dipende organicamente dalla Direzione centrale per la polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i reparti speciali della Polizia di Stato.
Al suo interno troviamo anche il nucleo sommozzatori che si compone di cinque squadre distaccate inserite negli UPGSP, Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, delle questure di Sassari (Olbia), Palermo, Napoli, Bari e Venezia).
Il CNeS, oltre alle attività di supporto tecnico logistico ed operativo ai servizi nautici della Polizia di Stato svolge funzioni di coordinamento e di controllo delle squadre sommozzatori distaccate, cura l'addestramento del personale navigante e sommozzatore, e con il personale specialista partecipa all'attività di supporto nelle missioni delle squadre nautiche.
I sommozzatori del Centro sono suddivisi in 3 squadre operative specializzati nei settori:
(tecnico-iperbarico, fotografo navale subacqueo, manovratore di corda).
Queste due ultime specializzazioni necessitano ai sommozzatori della Polizia di Stato per acquisire le conoscenze tecniche e le esperienze necessarie per le immersioni all'interno di pozzi (artesiani, campestri e naturali) e grotte (grotte subacquee, carsiche) ed in genere in tutti quegli ambiti chiusi e di difficile ispezione, con presenza di acqua.
Soccorso Alpino
Fin dalla sua nascita la componente di soccorso speleologico del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico si è interrogata su un ipotetico soccorso da portarsi in ambienti allagati o in grotte con sviluppo successivo a pozzi e sifoni con presenza di acqua.
Nel 1984 le componenti del CNSAS che si occupavano anche di speleosubacquea hanno dato vita alla Commissione Speleosubacquea del CNSAS, per sviluppare e perfezionare tecniche di immersione in ambienti ipogeo allo studio da anni.
Da allora un lungo percorso di formazione e sperimentazione ha portato gli speleologi del CNSAS ad essere un sicuro punto di riferimento per le organizzazioni di soccorso che si trovano impegnate in ambienti subacquei in grotte, siti naturali e artificiali.
L’attuale Commissione Subacquea conta tecnici specializzati, che hanno come teatro d’operazione tutti gli ambienti acquatici in acque confinate o libere: sifoni, found de trou, risorgenze, relitti, laghi, fiumi, opere artificiali.
Un’operatività garantita dall’adozione delle più recenti tecniche e tecnologie quali sistemi di respirazione a circuito chiuso (CCR), sistemi di propulsione subacquea, maschere e respiratori sperimentati e approvati nel corso degli anni dalla Commissione Nazionale Speleosubacquea del CNSAS.
Per non venir meno al proprio mandato di soccorso medicalizzato anche questa specializzazione del CNAS conta tra i propri tecnici dei sanitari in grado di operare direttamente nei luoghi dell’incidente, anche su patologie legate alla medicina iperbarica
Protezione Civile
Il volontario di Protezione Civile a specializzazione subacquea opera a supporto delle Istituzioni e non sostituendosi ad esse. L’attività collaborativa prestata in modo volontario e senza fini di lucro, è finalizzata agli interventi di protezione civile richiesti dall’Autorità competente, nonché all’accrescimento della professionalità, della capacità di intervento ed al miglioramento delle condizioni di sicurezza operativa per sé e per gli altri
La disciplina generale per l’impiego dei volontari di protezione civile a specializzazione subacquea è contenuta nella Direttiva del 9 novembre 2012 (indirizzi operativi per assicurare l'unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all'attività di protezione civile).
Per l’operatività, il volontario di protezione civile con specializzazione subacquea, deve essere in possesso di idonea abilitazione (Sommozzatore di Protezione Civile) rilasciata da una Organizzazione facente parte della Consulta Nazionale del Volontariato di Protezione Civile e munita di specializzazione subacquea.
La quota massima operativa autorizzata ai volontari è di 40 (quaranta) metri in curva di sicurezza, con ulteriori limiti dettati dal numero di componenti della squadra.
Le informazioni sono tratte esclusivamente dai portali ufficiali dei Corpi dello Stato: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
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