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  • Immagine del redattoreDavide Gaeta

La storia del RESCUECAN

Aggiornamento: 10 apr 2021

Divenuto celebre soprattutto grazie alla serietv Baywatch (motivo per cui inconsapevolmente tutti lo chiamano così), il Rescue Can è uno strumento iconico del mondo dei lifeguard.

 

La prima versione risale al 1897 ed è un'invenzione del Capitano Henry Sheffield.

Forma appuntita sia avanti che dietro, realizzato con sottili fogli di acciaio zincato, (infatti rescue can sta per latta di salvataggio), indentificato col nome rescue torpedo, tant'è vero che ancora oggi molti lo chiamano salvagente a siluro.

Nel 1919 subisce un'evoluzione grazie a Henry Walters di American Red Cross Volunteer Life Savings Corps.


I salvagenti da nautica avevano già una storia plurisecolare, ma risultavano difficili da trasportare in acqua. Questo nuovo strumento nasce invece per essere trainato da una persona a nuoto, motivo per cui viene collegato ad una cima.


Nei decenni successivi vengono sperimentati modelli in sughero e legno di balsa.

Negli anni '40 viene utilizzato l'alluminio, più leggero dell'acciaio e con saldature meno rudimentali.

Negli anni '70, il Capitano Bob Burnside della National Surf Life Saving Association of America (uno dei padri del lifeguarding), interfacciandosi con un designer industriale, realizza un modello con le moderne tecniche di stampaggio della plastica che prende il nome di Burnside Buoy.

Presenta la forma moderna, schiacciata e appuntita soltanto davanti, e vengono inserite le strategiche maniglie.

Nel 1972 spopola una foto che ritrae il lifeguard Bud Stevenson nudo, coperto soltanto da un rescue can; la cosa nasce come parodia ad una celebre foto della star hollywoodiana Burt Reynolds, comparsa sulla rivista Cosmopolitan.

Questa esilarante trovata contribuisce a rendere celebre il nuovo strumento nelle comunità dei lifeguard.

Alla fine degli anni '80 spopola la serietv Baywatch dove i lifeguard fanno abbondante utilizzo del rescue can.

Ancora oggi David Hasselhoff si mostra in più occasioni, in tv e sui social, nelle vesti di Mitch Buchannon, accompagnato sempre da un immancabile rescue can.

Negli anni '90 si iniziano a vedere i primi modelli anche sulle spiagge italiane e le tecniche di utilizzo iniziano ad essere inserite nella formazione dei guardaspiagge.


A differenza di altre dotazioni, i rescue can non richiedono certificazioni e presentano come garanzia soltanto il marchio CE, motivo per cui in giro si vedono diversi modelli, da quelli professionali a degli scadenti giocattoli, purtroppo diffusissimi.


Nonostante sia un valido strumento ampiamente diffuso, sono ancora poche le Capitanerie di Porto che lo riconoscono nelle Ordinanze di Sicurezza Balneare tra le dotazioni da tenere in postazione.

 
 

Approfondimenti:

https://en.wikipedia.org/wiki/Rescue_buoy

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