Sono sempre stato del parere che per nei corsi per addetti al salvamento in piscina è totalmente inutile trattare e provare tecniche di salvamento. Servono a poco.
Nessuno è mai morto in piscina perché qualcuno non è riuscito a tirarlo fuori dall'acqua. Gli annegamenti in piscina avvengono perché sono silenziosi e nessuno si accorge di quello che sta accadendo. Sarebbe meglio in questi corsi accentuare tutti le informazioni e i dettagli che ruotano attorno all'attività di sorveglianza.
Variabili
A differenza della sorveglianza in mare, in piscina i parametri restano indicativamente gli stessi tutti i giorni, ad eccezione dell'affluenza che può naturalmente variare. Quello di cui bisogna tener conto sono:
Struttura - Al chiuso o all'aperto, unica vasca o più, acqua bassa o profonda;
Destinazione d'uso - Privata, condominiale, pubblica, albergo, altri tipi di impianti;
Utenti - Bagnanti, sportivi, bambini o adulti;
Attività - Balneazione libera, nuoto, pallanuoto, tuffi, attività miste, ecc.
La distribuzione del personale addetto alla sorveglianza deve essere fatta sulla base di questi parametri.
In Italia la normativa in merito non è proprio chiara ed esaustiva. Il riferimento normativo è un accordo Stato-Regioni del 16 Gennaio 2003. Il numero di assistenti bagnanti dipende dalla superficie della vasca (o la somma di più vasche se l'impianto ne presenta diverse), e interpretando più norme dovrebbe essere previsto un assistente bagnanti fino a 400mq e un altro fino a 1000mq; oltre queste dimensioni ne è previsto uno ogni 500mq.
Punti critici
I punti dove generalmente avvengono gli annegamenti sono quelli in cui è presente un dislivello che fa aumentare repentinamente la profondità. Una persona che non sa nuotare, soprattutto un bambino, potrebbe arrivarci nuoticchiando per poi non avere più piede ed iniziando ad annaspare silenziosamente, andando poi in pochi secondi verso l'annegamento.
Altri punti rischiosi da considerare sono i bordi, infatti cadute accidentali e tuffi sono una nota causa di trauma.
Turnover
La postazione più efficace è senza dubbio una sedia sopraelevata con scaletta, nelle piscine all'aperto naturalmente equipaggiata anche di ombrellone.
Lo scenario sempre uguale fa calare facilmente l'attenzione, al punto di non notare qualcosa anche se lo sguardo ci passa sopra (inattentional blindness); per questo motivo ad un tempo prefissato (consigliato ogni 5 minuti) bisogna invertirsi di postazione con in colleghi.
La soglia d'attenzione deve portare a tenere uno status di sorveglianza attiva (searching), con una volontaria ricerca delle informazioni visive da acquisire, rispetto ad una meno efficace sorveglianza passiva (watching), dove si resta soltanto in attesa che accada qualcosa.
Un gold standard è la Regola 10/20, un protocollo che consiste nel creare una serie di condizioni che portino il lifeguard, durante la sorveglianza della balneazione in piscina, a poter riconoscere una condizione di emergenza in acqua entro 10 secondi dall'inizio della stessa, ed essere capace di raggiungere il "target" entro 20 secondi.
Alcuni water manager britannici, con lo scopo di mantenere attiva la concentrazione dei lifeguard, organizzano occasionalmente dei recognition drill: sono dei test a sorpresa che vengono fatti mentre gli operatori sono in servizio, dove un simulante improvvisamente mette alla prova il rispetto dei tempi della 10:20 Protection Rule.
Impianti particolari
Esistono alcuni impianti balneari che presentano dei rischi specifici per il tipo di attività che si svolge all'interno:
Piscine con onde - Sono molto pericolose per utenti che hanno scarsa confidenza con l'acqua, soprattutto se abbinate a giochi gonfiabili, tuttavia, la cosa buona è che, a differenza del mare, in caso di emergenza è possibile disattivare il "moto ondoso";
Parchi acquatici - È facile immaginare i rischi aggiuntivi soprattutto di carattere traumatico che queste strutture possono apportare, infatti ogni attrazione richiede il suo team (argomento ben approfondito in questa intervista);
Strutture termali - Le alte temperature, l'aria umida e la lunga permanenza in acqua possono diventare cause di malori, considerando spesso l'età avanzata degli utenti, per questo bisogna avere gli occhi sempre aperti.
Per approfondire l'argomento trattato in questo articolo vi consiglio di dare un'occhiata al corso online che mette a disposizione gratuitamente l'American Red Cross.
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