A tutti noi è capitato di trascorrere un intero giorno al mare, e sicuramente abbiamo fatto caso al fatto che le condizioni del vento e del mare cambiano sempre durante la giornata.
Spesso ho sentito dire erratamente "si è alzato il Maestrale", tuttavia, questo ciclo non è dovuto a nessun vento dominante, bensì al ciclo termico giornaliero che dà origine al regime di brezza.
Per intenderci, la dinamica della giornata è mediamente questa:
di prima mattina acqua piatta e limpida, con venticello che tira verso il largo;
in tarda mattinata l'acqua si inizia ad intorbidire ed increspare;
verso ora di pranzo si alza un po' di vento, si attivano le onde;
nel primo pomeriggio il mare è formato, con un forte vento che tira verso riva;
nel tardo pomeriggio le onde iniziano a decrescere;
la sera il mare torna a calmarsi;
di notte il mare è piatto, e il fumo del falò va verso il largo.
Come si può intuire tutto varia in funzione del cambiamento di temperatura nell'arco della giornata. Col termine "temperatura", che siamo soliti associare alla misura data dal termometro con i termini caldo /freddo, si intende in realtà lo stato di agitazione delle molecole, in questo caso quelle che compongono l'atmosfera.
La temperatura atmosferica può variare in base a:
moti d'aria, quindi presenza di venti da mare o da terra, e altri fenomeni;
orari, con una grossa escursione termica tra il giorno e la notte;
stagioni, tra le quali cambia l'insolazione, ossia l'inclinazione dei raggi solari che colpiscono la superficie terrestre.
Il calore viene assorbito e rilasciato in tempi differenti dai solidi e dai liquidi.
Per questo la sabbia a mezzogiorno scotta e a mezzanotte è fredda, mentre la temperatura del mare varia poco nell'arco delle ventiquattro ore (il bagno di notte infatti è reputato "caldo").
Durante la giornata, quindi, il Sole riscalda la sabbia, quale a sua volta riscalda l'aria sovrastante. Da qui si attiva un ciclo di quattro fenomeni:
convezione, l'aria calda, essendo più leggera sale di quota;
convergenza, al suolo viene lasciata una zona di bassa pressione che viene riempita da aria proveniente dal mare;
divergenza, in mare si crea una zona di pressione più alta che alimenta il vento;
subsidenza, l'aria in quota, si sposta in direzione opposta per poi tornare verso il suolo, chiudendo la "cella".
Insomma, al suolo si associano basse pressioni alle zone calde, da cui origina l'arrivo di masse d'aria (e quindi vento); contemporaneamente in quota lo spostamento di aria avviene esattamente in direzione opposta: questo meccanismo di equilibrio è chiamato circolazione termica.
Per questo motivo durante la giornata si alza un vento, chiamato brezza di mare (sea breeze), o gergalmente "termica", che ha il suo picco nel primo pomeriggio e che tende a calare durante la serata.
Al contrario, di notte la temperatura della sabbia è leggermente più bassa rispetto a quella del mare, e per questo si crea un debole flusso verso il largo, chiamato appunto brezza di terra (land breeze).
Nella Scala Beaufort (quella che classifica il vento in base alla sua intensità) col termine "brezza" vengono indicati venti con pochi nodi di velocità, tuttavia il regime di brezza dovuto al ciclo termico giornaliero può raggiungere anche intensità importanti, dalle quali può nascere un moto ondoso capace anche di alimentare le correnti che causano gli annegamenti.
Le brezze soffiano anche sui laghi con la stessa dinamica marittima, e un fenomeno analogo è presente anche in montagna, dove la brezza diurna va da valle verso la vetta e quella notturna che fa il contrario.
Se ti è interessato l'argomento trattato in questo articolo puoi approfondire leggendo il mio libro:
che puoi ordinare su Amazon ciccando qui!
Comments